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Fondo Pensione di Gruppo
UN PO’ DI STORIA
La sua origine risale al 1905 quale “Cassa di Previdenza per il personale del Credito Italiano” che erogava prestazioni in conto capitale al momento della cessazione dal servizio. Dal 1.8.1949 - recependo accordi relativi alla “contrattazione collettiva” e con intese sindacali aziendali - si trasforma assumendo la denominazione di “Fondo di Previdenza per il personale del Credito Italiano” e con il concorso di una “Cassa Mutua di Previdenza per il personale del Credito Italiano” eroga rendite vitalizie (agli iscritti e ai loro superstiti) sostitutive delle prestazioni INPS. Dal 1954, a seguito della riforma della Previdenza Sociale che prevedeva l’obbligatorietà dell’iscrizione all’AGO presso l’Inps, cessa la sua funzione sostitutiva e si trasforma erogando prestazioni aggiuntive all’Inps ( la Cassa Mutua fu sciolta). Dal 1991 il Fondo è stato esteso, attraverso adesione volontaria, ai dipendenti delle aziende controllate dal Credito Italiano nelle quali non esisteva la previdenza complementare, diventando il Fondo del Gruppo. Dal 21.4.1993, il Decreto Legislativo 124 e successive modificazioni :
Dal 1995, a seguito del Dlgs.124 e per effetto della connotazione a “gruppo chiuso”, attraverso modifiche statutarie la dinamica di rivalutazione delle pensioni viene agganciata al tasso di rendimento annuo del patrimonio del Fondo. Pertanto vengono introdotti nuovi indici e coefficienti, fatti base 100, che partendo dall’esistente adegueranno le pensioni erogate, nonché gli indici utili alla liquidazione delle pensioni future in base al reddito annuale. Dal 21.5.1997 a seguito dell’Accordo aziendale sottoscritto dagli Organi di Coordinamento e dal Credito Italiano vengono create le condizioni giuridiche affinché gli assunti dopo il 28.4.93 possano accedere al Fondo Pensione, alle condizioni particolari previste dall’accordo stesso e alle disposizioni legislative generali sulla previdenza complementare. Successivamente il Consiglio di Amministrazione del Fondo delibera per l’accoglimento di tutte le domande. Dal 1998 il Fondo si trasforma nell’attuale “Fondo Pensione per il personale delle aziende del Gruppo Unicredito Italiano” prevedendo la partecipazione sia dei “vecchi iscritti” (ante Dlgs.124/93) che dei “nuovi iscritti” (post Dlgs. 124/93) ancorché con due gestioni separate e normative distinte. Il Fondo è gestito da un Consiglio di Amministrazione (CdA) , che dura in carica tre anni, composto da 10 membri (5 di nomina aziendale, 4 eletti dai lavoratori in servizio, 1 eletto dai pensionati). Il CdA si avvale una struttura composta da personale retribuito dalla Capogruppo ( lo Statuto prevede che l’azienda fornisca il personale necessario al suo funzionamento, provvedendo al loro trattamento economico, come pure alle spese generali inerenti l’ordinaria amministrazione), nonché del Direttore Generale ed il Vice Direttore. L’attuale CdA, al fine di meglio governare i processi attinenti la sua attività gestionale e non, ha deciso di costituire al suo interno delle commissioni di lavoro :
per monitorare costantemente l’asset allocation generale al fine di minimizzare la rischiosità dei mercati, valutare periodicamente le performance dei gestori, autorizzare modifiche all’asset allocation tattico, valutare le opportunità offerte dal mercato relativamente ad investimenti “alternativi” consentiti dalla legislazione vigente. La commissione, nell’espletamento della sua attività, su delibera del CdA, si avvale della consulenza generale dell’advisor “Mangusta Risk UK Limited”.
per l’analisi delle valutazioni periodiche del patrimonio, per monitorare il suo rendimento, provvede alla elaborazione di piani pluriennali di investimento e di disinvestimento, alla programmazione di piani manutentivi, provvede alla revisione periodica della ripartizione tra i patrimoni degli iscritti ante e post
cura ogni aspetto della comunicazione istituzionale, periodica ed occasionale, provvede alla elaborazione della “newsletter”, è impegnata all’aggiornamento costante del sito informatico (www.fpunicredit.eu)
verifica la corretta applicazione dello statuto e della legislazione vigente al riguardo e ne autorizza l’erogazione, monitorando i fenomeni al fine di stabilirne un possibile trend
verifica ogni possibilità di modifica dello Statuto e dei relativi Regolamenti. Ovviamente tali commissioni hanno il potere di proposta, al Cda spetta ogni potere deliberativo o di ratifica su sua esplicita e specifica delega. Per gli atti di ordinaria amministrazione vengono conferite dal CdA specifiche deleghe al Direttore anche congiuntamente con un Cosigliere (sempre eletto dagli iscritti).
L’attività del CdA è controllata da un Collegio Sindacale, che dura in carica 3 anni, composto da 6 membri (3 di nomina aziendale, 2 eletti dai lavoratori, 1 eletto dai pensionati). Il Fondo ha affidato, inoltre, alla “Deloitte & Touche SpA” la revisione contabile del bilancio di esercizio affinché ne certifichi la conformità alla normativa vigente. Giova ricordare che, al momento, non esistono obblighi a tale revisione, anche se la Covip sta spingendo i fondi negoziali in tal senso. Infine, il Fondo già da tempo aveva avviato un “auditing interno”, come auspicato da Covip; ultimamente, dal dicembre 2005, tali controlli sono stati affidati a “Unicredit Audit SpA”, ente terzo, attraverso la stipula di un contratto di servizio vero e proprio. Comunque, annualmente tutti gli iscritti, attraverso un’assemblea “ad referendum” appositamente convocata devono approvare il Bilancio di esercizio, che viene loro distribuito attraverso il portale unitamente alla “nota integrativa”. Ogni modifica statutaria deve essere approvata sempre da tutti gli iscritti, con apposita assemblea, con una maggioranza qualificata (50% più uno degli aventi diritto). Il bilancio annuale e le modifiche statutarie devono essere approvate anche dagli organismi deliberanti della Capogruppo e da almeno la metà delle aziende del Gruppo aderenti al Fondo. Politiche di BILANCIOLa redazione formale del bilancio è uniformata all’impostazione contabile delineata dalla Covip per i fondi negoziali, ovviamente adattata alla particolarità di un fondo preesistente con immobili. Il Fondo redige annualmente un Bilancio unico articolato in due sezioni distinte e con patrimoni separati: uno per gli ante e uno per i post. Tale separazione si è resa necessaria a seguito del Dlgs.47/2000 che prevede una diversa disciplina fiscale da applicare al rendimento del Fondo attribuibile alle due sezioni. Il CdA ha, comunque deciso di mantenere un medesimo “asset allocation” specialmente con riferimento al rapporto immobili/titoli, oltre naturalmente che per gli investimenti mobiliari; ciò al fine di realizzare, per le due sezioni, rendimenti sovrapponibili, nell’ambito dei vincoli legislativi e gestionali. Dal 2007, a seguito della nuova normativa che limita quantitativamente gli investimenti in immobili pur diluendone nel tempo l’attuazione, il CdA ha deciso diminuire gradualmente la quota immobiliare nel patrimonio complessivo dei nuovi iscritti (post). Il CdA nel definire gli obiettivi della gestione si è posto l’obiettivo strategico di realizzare nel medio/lungo periodo rendimenti adeguati per le due sezioni, con un basso livello di rischiosità. Tali obiettivi risultano differenti per le due tipologie di iscritti :
che rappresenta il “tasso neutro di redditività”, ovvero quello in grado di garantire la costanza nel tempo delle prestazioni previste dallo statuto; è da considerarsi come rendimento minimo necessario (giova ricordare che il tassi tecnico implicito al calcolo della pensioni è del 3,50%)
(giova ricordare che il tasso di rivalutazione del Tfr in azienda è del 75% del tasso di inflazione maggiorato dell’1,50% fisso) Conseguentemente si è reso necessario individuare una articolazione del patrimonio (immobili/titoli) che consentisse di realizzare nel tempo tali rendimenti. Tutto ciò fino al 31.12.2007 Infatti, a partire dal 2008, con l’introduzione del “MULTICOMPARTO” si sono affiancati al “comparto generale” altri tre comparti di investimento oltre quello “garantito”, obbligatorio per accogliere il conferimento tacito del Tfr Pertanto non sarà più possibile effettuare un raffronto tra vecchi e nuovi iscritti; il raffronto sarà possibile fra i rendimenti dei diversi comparti. Si precisa che gli eventuali nuovi aderenti che hanno la qualifica di ante 93 qualora entrassero nel Fondo verrebbero iscritti nella 2^ sezione a capitalizzazione individuale; ovviamente mantenendo le loro prerogative specifiche, quali ad esempio la possibilità di ottenere la liquidazione dell’intera prestazione pensionistica in capitale ( art. 41, comma 5 dello Statuto). Giova ricordare che la 1^ sezione, a capitalizzazione collettiva ( ex Credit ante) e definitivamente “chiusa” con le ultime modifiche statutarie, investe obbligatoriamente le proprie risorse nel “comparto generale”. Infine, si segnala che la gestione dell’intero patrimonio mobiliare è affidata a più “gestori” (oltre 10) cui è stato dato un mandato per singole “asset class”. Ovviamente è cura della commissione finanza monitorare costantemente le performance dei singoli gestori, per verificarne la conferma e/o l’eventuale avvicendamento. Per quanto riguarda gli immobili il Fondo è impegnato a realizzare, nei limiti e nei tempi previsti dalla legge, un ridimensionamento della loro quota rispetto al patrimonio complessivo. Le modalità di tale ridimensionamento avvengono tramite la vendita di immobili, a partire da quelli ritenuti meno strategici. Modalità che si è già avviata da più tempo realizzando significative plusvalenze. Ovviamente la percentuale degli immobili diminuirà anche con il decorrere del tempo per il fatto che i nuovi conferimenti in denaro (contributi e/o conferimento di posizioni) verranno investiti esclusivamente in attività mobiliari. Il CdA, in genere ogni tre anni, provvede a far periziare gli immobili da società specializzate esterne al Fondo; tali società sono diverse in modo da avere sullo stesso immobile stima effettuate da più soggetti. Ovviamente, ogni anno, il CdA, sulla base di valutazione di tecnici interni al Fondo, valuta l’opportunità di adeguamenti dei valori sulla scorta del mercato, dell’affitto, dello stato manutentivo, dei lavori eventualmente eseguiti.
1. Andamento della popolazione del Fondo Anno 1988 Anno 1998 Anno 2007
2. Rendimenti
Il rendimento netto annuo viene rapportato al tasso di inflazione per valutarne le differenza, nonché per gli effetti sulla crescita delle pensioni. Redditivita' del Tasso medio 1998 4,94% 1,80% 3,14% B ) Iscritti post 1998/2007 66,42% 32,8% + 33,62 % Il significativo scarto di rendimento, fra ante e post, registratosi in alcuni anni, oltre alle motivazioni generali indicate nella “nota” di cui al riquadro che segue, è riconducibile principalmente alle rivalutazioni del comparto immobiliare che hanno inciso più favorevolmente per i vecchi avendone questi una quota maggiore. Infatti se raffrontassimo i soli rendimenti dei titoli e degli affitti, nei vari esercizi, gli scarti sarebbero molto più contenuti e ascrivibili alle considerazioni della “nota”. NOTA sulla diversità dei rendimenti tra vecchi e nuovi i scritti
Per comprendere le differenze dei rendimenti netti ( a parità di rendimenti lordi) giova ricordare inoltre che per le due categorie (vecchi e nuovi iscritti) esiste un diverso regime fiscale che produce un ulteriore scarto tra i rendimenti netti :
Il Patrimonio netto complessivo al 31.12.2007 risulta di 1.671 milioni di euro, di cui :
Il rendimento complessivo netto è stato del : Il rendimento netto generale del comparto immobiliare è stato del 13,70 %, di cui : Il rendimento medio netto del comparto mobiliare è stato del 3,76 %, di cui :
Ulteriori informazioni sul sito del Fondo di Previdenza di Gruppo http://www.fpunicredit.eu Maggio 2008. |