Ordine del giorno del 07/07/2022 presentato dall’Assemblea generale della FISAC Cgil Nazionale
La sentenza della Corte Suprema Usa che cancella di fatto il diritto costituzionale all’aborto è una decisione grave e lesiva del principio che riconosce alle donne il diritto di decidere in piena libertà del proprio corpo.
Impedire le interruzioni di gravidanza legali significa costringere le donne alla pratica dell’aborto clandestino, senza alcuna garanzia medica per la loro salute.
Significa imporre una visione morale dello stato che non intende disciplinare e sottomettere solo le donne ma, con loro, tutto ciò che non fa parte della “normalità” maschile, bianca, cristiana, eterosessuale, abile.
Sarà un’occasione di guadagno per chi praticherà l’aborto illegale. Come avviene per ogni forma di proibizionismo, sarà una nuova occasione da sfruttare per le organizzazioni criminali. E a pagare il prezzo più caro saranno le donne più povere, quelle che vivono nei contesti più svantaggiati. Tutto questo costituirà un’ulteriore causa di disuguaglianze sociali.
Questa scelta riporta indietro il mondo di cinquant’anni! Anche nel nostro Paese la battaglia per rendere legale l’aborto, condotta dalle donne e dalle forze progressiste oltre 40 anni fa, è stata una battaglia di civiltà dalla quale non accetteremo mai di tornare indietro.
L’Assemblea generale della FISAC CGIL nazionale si impegna a mantenere alta l’attenzione su questo tema, consci che il diritto delle donne all’autodeterminazione, alla scelta di una genitorialità consapevole, passa soprattutto dalla garanzia dell’accesso ai servizi sanitari e a quelli dell’infanzia, al lavoro, al reddito, alla possibilità della condivisione della cura.
La FISAC CGIL è accanto alle donne statunitensi, ma anche alle tante donne che nella vicina Europa e in molti paesi del mondo soffrono delle stesse limitazioni, nella loro necessaria e giusta lotta per ripristinare il diritto imprescindibile all’autodeterminazione e alla libertà di scelta.
Allo stesso modo noi, donne e uomini della FISAC CGIL continueremo a batterci per la piena attuazione della Legge 194 come diritto essenziale per la salute e l’autodeterminazione delle donne nel nostro Paese. In Italia, infatti, il diritto all’aborto sicuro e all’autodeterminazione della donna non è pienamente garantito, a causa della chiusura dei consultori pubblici e dell’aumento indiscriminato e strumentale dei medici, delle strutture sanitarie e delle farmacie che esercitano l’obiezione di coscienza.
Sappiamo che la lotta e le battaglie per i diritti civili, per migliorare la società e la vita delle persone, non finiscono mai; fanno parte della prospettiva di progresso storico dell’umanità a cui intendiamo continuare a guardare come nostro orizzonte ideale. Sono la nostra ragione di esistere, nel mondo del lavoro e nella società. Indietro non si torna.