25 novembre 2020, giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Ho scelto la vita - 25 novembre 2020

da un’idea delle donne della Fisac componenti della commissione pari opportunità del gruppo Unicredit

L’iniziativa occuperà tutta la giornata con l’obiettivo di raccontare attraverso video, immagini, parole  e musica la violenza sulle donne e l’impegno a contrastarla.

📝“In quel momento ho scelto la vita, la mia, e ho deciso che quella sarebbe stata l’ultima volta.”

♀️ Oggi dedichiamo i nostri canali social alla giornata  mondiale contro la violenza sulle donne, che ricorre in questa data, per raccontare attraverso video, immagini, parole  e musica di cosa si tratta e l’impegno a contrastarla.
Da un’idea delle donne della Fisac componenti della Commissione pari opportunità del gruppo Unicredit

Volantino dell’Evento

📝 La storia di una donna
Faccio parte di quella ristretta minoranza di donne che la violenza l’ha vissuta sulla propria pelle, ma che ha anche la fortuna di poterla raccontare, faccio quindi anche parte di quelle che in giornate significative come questa hanno il dovere morale di parlarne perché chiunque possa capire che se ne esce, che la violenza si deve combattere e che la si può vincere a patto di farlo prima che sia troppo tardi.
Di quel periodo ricordo con maggior  dolore non le fratture al polso, non i lividi grossolanamente camuffati col trucco,  persino la corsa in codice giallo con la ferita alla testa provocata dalla spinta a terra  l’ho quasi rimossa. Ciò che ancora mi sconquassa l’anima a distanza di anni è ricordare come mi ero ridottad entro… Io ragazza e donna dinamica, emancipata ed intelligente (si me lo dico da sola, con orgoglio, perché oggi più che mai mi so dare il giusto valore), io che mi ritenevo tutto questo avevo permesso a qualcuno di fare leva sulle mie debolezze,  avevo permesso a chi sembrava volesse darmi quelle attenzioni che bramavo di annientarmi.
Il passaggio dalle prime, contenute, scenate di gelosia alle percosse fu breve. Avvalorai da subito la teoria da lui sostenuta che “sì, avrò sbagliato a darti quello schiaffo, ma se tu non avessi salutato quella persona….” . Mi ripetevo che forse bramavo amore ma che me lo dovessi anche meritare, cominciai purtroppo a modificare i miei comportamenti per essere “come lui desiderava”, a camminare a testa bassa senza incrociare lo sguardo di conoscenti e amici da cui ovviamente lui mi stava progressivamente allontanando perché, secondo lui, non erano le persone giuste di cui circondarmi; ovviamente solo ora capisco che l’obiettivo era annientare la rete sociale che avevo intorno e che avrebbe intuito il calvario che stavo vivendo. Non fu risparmiata nemmeno la mia famiglia che potevo vedere , di nascosto, forse una volta al mese.
In rapida successione le percosse arrivarono per motivi sempre più futili, da un rubinetto chiuso dal lato sbagliato, alla bottiglia mal riposta nel frigorifero…ed io sempre più sola non sapevo più come uscire da quella prigione che mi ero costruita intorno con le mie stesse mani.
Dopo l’ultimo episodio (quello della ferita alla testa) capii,  dopo aver ripreso conoscenza, che la sua preoccupazione fu, durante i momenti in cui ero priva di sensi a terra in una pozza di sangue, non di chiamare i soccorsi, ma di abbassare le tapparelle affinché nessuno dall’esterno potesse vedere quello che stava accadendo in casa.
Lì realizzai che si era rasentata la tragedia, che la sua minaccia “o mia o di nessuno”  rischiava di diventare concreta. In quel momento ho scelto la vita, lamia, e ho deciso che quella sarebbe stata l’ultima volta. Ho scelto di parlare con la mia famiglia, con le forze dell’ordine e nonostante ritenga che al riguardo molto ancora debba essere fatto in materia di leggi esorto tutte le donne vittime di violenza a non tacere mai, in primis a se stesse e di cercare aiuto in chi ci sta attorno. Ma soprattutto chi come me lo ha vissuto ha la capacità di riconoscere in un’altra donna gli atteggiamenti e le sfumature tipiche di una “vittima”. A noi dico: impariamo a tenderci la mano, a offrire aiuto concreto ed a non coprirci gli occhi.
A chi mi ha chiesto se volessi parlare della mia esperienza rimanendo anonima dico che ci metto faccia nome e cognome, perché la prima cosa che ho imparato è che in questa storia non ho nulla di cui vergognarmi…IO.

Loujain al-Hathloul, 31 anni attivista araba per i diritti delle donne, leader del movimento Women2drive, durante la sua battaglia ha subito elettroshock, frustate e abusi sessuali. Ma lei non ha smesso di lottare.

https://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2020/11/06/news/arabia_saudita_comitato_onu_a_re_salman_liberate_l_attivista_saudita_loujain_al-hathloul-273315995/

📝 “Ogni volta che leggo storie dal mondo di violenze su attiviste che lottano per i propri diritti sento il cuore piangere.
Pensano che annientando il corpo di una donna riusciranno a placare la loro mente libera.
Questo è il loro più grande errore, questa la loro più grande debolezza, altra arma non hanno che la VIOLENZA.
Da sempre ho avuto la consapevolezza di essere una donna privilegiata.
Fin da bambina percepisci che esistono delle differenze al mondo e fortunatamente il mio mondo è sempre stato “tutelato”.
Crescendo iniziai ad allargare ancora di più lo sguardo su quello che la tua testa percepiva e sul mondo reale.
La sensazione che provi man mano che scopri che quei privilegi di cui tu godi non sono per nulla scontati ancora per molte persone a questo mondo, è abbastanza frustrante ma è anche la molla che ti spinge a non rimanere indifferente.
Doveroso lottare sempre per tutto ed anche nel mio mondo privilegiato ci sono ancora tantissimi #stereotipi e limiti culturali che andrebbero definitivamente abbattuti, diritto all’#aborto, riconoscimento socio/economico paritario etc… incredibile lo so e poi ci definiamo “civili e moderni”
Ma quando leggo ancora di donne che nel 2020 devono lottare per ottenere dei #diritti civili la cui assenza per me è davvero inconcepibile,  la mia testa si rifiuta, faccio davvero una fatica enorme.
Diritto all’istruzione, difesa personale, diritto al lavoro, alla propria indipendenza, alla propria identità sessuale.
Davvero non me ne capacito eppure è così ancora per troppe di noi.”

Poesia da “Non ho peccato abbastanza”, antologia di poetesse arabe

Frigorifero
L’ho aperto,
il contenuto era in ordine.

Bottiglie di latte a lunga conservazione
Barattoli di yogurt
Pacchi di carne surgelata
Mele gialle
Medicine e pane
e… e… via dicendo.

Nel frigorifero della mia anima
Il contenuto è in disordine
Scade
Senza che nessuno lo apra.

(Saadiyya al-Mufarrih)

“Non vi è alcuna ragione di avere paura” (La signora del quinto piano) 
https://vimeo.com/163379570

📝 La storia di una donna

In questo periodo di lockdown, come tante persone, cerco di occupare i fine settimana, sistemando un po’ di cose in casa.
Proprio ieri mettendo in ordine un cassetto, ho ritrovato alcuni biglietti di auguri per il mio compleanno, che mi scriveva il mio ex.
Rileggendoli, ho capito di quanto fossi stata cieca in tutti quegli anni; perché erano si biglietti con il ti amo, ma comunque il loro contenuto lasciava sempre un sensazione non piacevole (es: hai un caratteraccio ma ti amo).
Ripensando a quegli anni ancora oggi non riesco a capacitarmi di come io possa aver sopportato e subito continui attacchi verbali ed umiliazioni con l’unico suo obiettivo di annientarmi psicologicamente per rendermi sempre più  insicura.
Giorno dopo giorno con costanza venivo “attaccata” a volte in maniera subdola, senza arrivare ad una discussione,  minando le mie capacità, da quelle pratiche (non sai caricare bene la lavastoviglie) a quelle affettive (i tuoi amici non valgono niente, credi di avere delle amicizie ma nessuno ti vuole bene) alla sfera familiare (tuo padre è un egoista che non ti ama).
Ovviamente agli inizi della relazione nulla era così, si mostrava un uomo simpatico, e sempre pieno di attenzioni nei miei confronti.

La spiegazione che mi sono data di questo cambio radicale della sua personalità è stato secondo me, il fatto che ad un certo punto ha sentito di avermi conquistata sentimentalmente. Ora non doveva più recitare una parte perché mi aveva in  pugno.
Dopo qualche anno per fortuna sono riuscita a porre fine a questa brutta relazione ma è stata dura.
A tutte le persone che stanno leggendo voglio dire di non trascurare e sottovalutare le vostre sensazioni e i vostri dubbi.

Se pensando alla vostra relazione sono più le cose negative, o le mancanze che vi vengono in mente allora c’è qualcosa che non va.
Lasciate stare l’orgoglio e tirate fuori l’amor proprio. Porre fine ad una storia sbagliata non è un fallimento, ma bensì un successo perché vi siete salvate.
Esistono uomini che amano ed altri che voglio possedere.
Se vi svilisce non vi ama;
Se vuole controllare le vostre amicizie e gli affetti cercando di isolarvi non vi ama;
Se è eccessivamente geloso non vi ama;
Se vi controlla e vi chiama più’ volte al giorno non vi ama;
Se vi insulta non vi ama;
Se vi controlla economicamente non vi ama;
Se pretende rapporti sessuali non vi ama.

Per riuscire a reagire è necessaria molta forza e soprattutto consapevolezza di avere un problema.
Chiedere aiuto non è sintomo di debolezza anzi tutto il contrario, è sinonimo di coraggio e consapevolezza ed è qualcosa di cui andare fiere.

📝 TADDRARITE (Pipistrelli)
“Taddrarite, l’ho raccontato più volte, era un’ idea che girava nella testa, era un’emozione che sentivo viva, forte al punto di diventare esigenza, e se si ha un’esigenza, un impulso così forte, ho imparato che tutte le forze si concentrano su quell’idea fino a renderla concreta, questo è il fuoco che ha mosso tutto. Il come è facile raccontarlo, volevo parlare di violenza domestica, volevo parlare di queste tre sorelle, di questi tre caratteri, ma non sapevo ancora in che modo poterlo fare, mi viene cosi l’idea di frequentare un corso di scrittura, che forse farne un racconto/romanzo avrebbe in qualche modo “addomesticato” questa esigenza impellente di #raccontare, casuale e profetico l incontro con Marzia Pacella (la mia insegnante di scrittura) che da subito, sorridendomi, mi dice “ma quale romanzo o racconto, in te c’è un respiro teatrale, fanne un testo da portare in scena”. Un testo teatrale? Nove mesi di scrittura. Un testo teatrale! Come una gestazione, come una trama da dipanare, come qualcosa che mi era sempre appartenuto e che prendeva forma. Era pronto. Sembrava più che altro che il testo stesse aspettando me, dalla scelta delle musiche alle parole è stata una continua intuizione. Nasce cosi il 21 giugno del 2011 al Teatro Argot di Roma.
I pipistrelli di questa storia sono Franca Rosa e Maria e tutte quelle persone che vivono al buio perché hanno paura della luce, della verità.
Si tratta di una condizione che potrebbe appartenere a qualsiasi donna. Attraverso l’ironia, però, le tre sorelle trovano il coraggio di parlare. Il loro è un “umorismo nero”, un’arma che le ha rese forti e capaci di superare il dolore.
Con “Taddrarite” si è aperto davanti ai miei occhi un mondo che in realtà avevo solo percepito. Un mondo fatto di silenzi che ho voluto “ascoltare” un po’ più da vicino, ponendomi con semplicità d’animo e acquisendo, in questo modo, una nuova consapevolezza nel portare avanti il messaggio contro la violenza sulle donne.”

guarda il video

Lo spettacolo sarà riproposto non appena possibile in teatro, seguite la programmazione:

https://www.facebook.com/luana.rondinelli.1/

https://www.facebook.com/accurateatro

https://www.instagram.com/larondi/?hl=it

📝Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto’ ma non sono una cantante… sono diversa, diciamo che sono un’attivista che fa comizi con la chitarra.”

La vita di Rosa Balistreri

Questa è la storia di Rosa, una storia attraversata dalla fatica e dal dolore, una storia  di violenze subite, di ingiustizie, ma è  anche una storia vissuta nella lotta e nella conquista di una libertà, una storia di coraggio, di riscatto.

Rosa, siciliana, è personaggio anticonformista, audace e caparbio, dalla vita romanzesca e drammatica, cresciuta in una Sicilia chiusa e tradizionalista,  arcaica e ostile, dove i desideri delle donne nulla contano, mentre quelli degli uomini diventano destino.

Nasce a Licata nel 1927, in una famiglia poverissima

Quella di Rosa è un’esistenza senza pace, dove la violenza di uomini padri e padroni, che ancora non si chiama femminicidio, è una piaga che diventa cancrena e che si lascia dietro una scia di morte e di devastazione. E quel tormento sarà la componente principale del suo canto. Di quello strazio si colorerà la sua voce.

La sua voce arriva dritta al cuore della gente, degli oppressi,  degli emarginati; gridando la sua rabbia  superava qualsiasi barriera sociale e culturale e per lei: “ Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto. Ma non sono una cantante… sono diversa, diciamo che sono un’attivista che fa comizi con la chitarra”.

Cantava Rosa, cantava quando alle donne non era permesso perché giudicate donne di “malo affare”, perché “era vergogna”. Cantava contro ogni pregiudizio, cantava per riscattare i soprusi e le violenze subite, cantava con timbro forte e tono drammatico interpretando il suo orgoglio, la sua disperazione e la sua ribellione, cantava…e mentre cantava piangeva “con canto strozzato e angosciato e contemporaneamente era bambina, scalza, povera, moglie, madre…”

Grazie Rosa per il tuo coraggio, con cui hai saputo riscattarti da una vita di violenze e povertà. Hai saputo riabilitare una vita umiliata, mostrando tutta la tua intraprendenza nel voler essere padrona del tuo destino.

Leggi l’articolo completo

Carmen Consoli racconta Rosa Balistreri | Rai Storia

Grazie per averci seguito, per concludere vi proponiamo alcuni consigli di lettura, visione e ascolto

FILM

  • TI DO I MIEI OCCHI Perché una donna resta per 10 anni con un uomo, fisicamente e  psicologicamente violento, che la picchia? Cosa la spinge a fidarsi del marito e delle sue promesse?…
  • SOTTO ACCUSA La complicità e la solidarietà tra due donne, la vittima della violenza e il vice procuratore distrettuale, vinceranno gli stereotipi e i modelli culturali consentendo il capovolgimento di una sentenza ingiusta.
  • MAGDALENE Alla fine degli anni 70 in Irlanda le donne che perdevano di vista la “luce di Dio” dovevano tornare sulla retta via passando dalle case “Magdalene” gestite dalle suore….
  • LA SCONOSCIUTA Nel contesto della schiavitù sessuale delle ragazze che entrano nel nostro Paese dalla  frontiera orientale, la forza di una donna che cerca di riconquistare un pezzo della sua vita e della sua femminilità che le è stata rubata con il ricatto e la violenza…. Ci riuscirà?
  • IL VESTITO DELLA SPOSA Il sogno del matrimonio infranto da una violenza subita da Stella proprio dopo l’acquisto del suo abito da sposa. E quando lei cerca di ricostruire la sua vita ecco che ricompare un uomo…
  • PRIMO AMORE L’ ossessione verso un modello di donna magra e sottomessa condurrà un orafo veronese a instaurare un rapporto morboso e distruttivo con Sonia, la donna che incontrerà.
  • ONIBABA Una donna e la moglie di suo figlio Kichi (andato in guerra) vivono in stato di estrema povertà in una capanna in riva ad un fiume. Per sopravvivere, le due donne si sono specializzate nell’uccidere e derubare soldati rimasti soli e stremati dai combattimenti

LETTURE

  • Addio Fantasmi – Nadia Terranova
  • Cecità – José Saramago
  • Dalla parte delle bambine – Elena Gianini Belotti
  • Donne che comprano i fiori – Vanessa Montfort
  • Donne che corrono con i lupi – Clarissa Pinkola Estés
  • Fedeltà – Grace Paley
  • Gli anni – Annie Ernaux
  • Il diario di Jane Somers – Doris Lessing
  • Il maestro e Margherita – Michail Afanas’evič Bulgakov
  • Il resto di niente – di Enzo Striano
  • Il sol dell’avvenire. Trilogia – Valerio Evangelisti
  • In fuga – Alice Munro
  • La sposa normanna – Carla Maria Russo
  • Le quattro casalinghe di Tokyo – Natsuo Kirino
  • Dieci donne – Marcela Serrano
  • Mi sa che fuori è primavera – Concita De Gregorio
  • Mille anni che sto qui – Mariolina Venezia
  • Non mi volto più – Camilla A.D. Patrizia De Rossi
  • Non ho peccato abbastanza – Antologia di poetesse arabe contemporanee
  • Rosa Luxemberg . E la spontaneità rivoluzionaria – Daniel Guérin
  • Rose Madder – Stephen King
  • Tre donne forti – Marie Ndiaye

CANZONI
Italiane

  • Donna – Mia Martini
  • La signora del quinto piano  – Carmen Consoli
  • Le ragazze fanno grandi sogni – Edoardo Bennato
  • Nessuna conseguenza – Fiorella Mannoia
  • Non sono una signora – Loredana Bertè
  • Prima di partire per un lungo viaggio – Irene Grandi
  • Quello che le donne non dicono –Fiorella Mannoia
  • Sally – Vasco Rossi

Straniere

  • Four women – Nina Simone
  • Girls just want to have fun – Cindy Lauper
  • I just want to make love to you – Etta James
  • It’s a man world – James Brown
  • Just Like a Woman – Bob Dylan
  • Man! I feel like a woman – Shania Twain
  • Me and a gun – Tori Amos
  • Oh mather – Christina Aguilera
  • Respect – Aretha Franklin
  • Pleasantly Blue- 4 Non Blondes
  • Woman -Scorpions
  • Woman -Neneh Cherry
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