Roma, 3 marzo 2020.
“Domani avremo un incontro con i responsabili commerciali del gruppo per conoscere alcuni aspetti essenziali delle politiche aziendali. L’azienda oggi si è impegnata a darci delle risposte sui tanti temi messi sul tavolo. Soltanto successivamente a questo confronto sapremo se ci sarà la reale possibilità delle parti di sviluppare un percorso che dia stabilità italiana a Unicredit e serenità ai lavoratori. Insomma, pretendiamo una discussione a 360° per il futuro del gruppo e dei lavoratori al centro del nostro interesse”.
Lo dichiarano i segretari nazionali della Fabi, First Cisl e Fisac Cgil, Mauro Morelli, Mauro Incletolli e Susy Esposito assieme ai rappresentanti di Unisin dopo
l’incontro di oggi con i rappresentanti di Unicredit per discutere il piano industriale.
“Oggi era solo la prima riunione e abbiamo preteso che prioritariamente fossero tolte dal tavolo le provocazioni contenute nella lettera di procedura spedita da Unicredit respingendola al mittente. Abbiamo ribadito che vogliamo negoziare tutte le ricadute del piano sui lavoratori, governando le eventuali situazioni di mobilità e l’incidenza di operazioni, numericamente importanti sulla vita del personale.
Vogliamo conoscere l’impatto sul territorio della chiusura dei 450 sportelli dichiarati e le motivazioni, stando attenti anche all’aspetto sociale delle sedi interessate. Nel ribadire la volontarietà assoluta di eventuali esodi, abbiamo affermato che i numeri dichiarati sono inaccettabili e che a ogni due esuberi dovrà corrispondere almeno un’assunzione stabile nonché il ripianamento del turn over a qualunque titolo, non essendo questo oggetto di esuberi. Abbiamo chiesto di conoscere la platea alla quale era rivolto il piano esuberi nonché il tempo ipotizzato di permanenza al fondo e ancora le consulenze, i my agent, gli attivi in organico ed eventuali accordi di lavorazioni con realtà esterne. Dovremo anche conoscere i modelli organizzativi e di distribuzione e verificarne fattivamente il funzionamento”
aggiungono Esposito, Incletolli e Morelli e i rappresentanti di Unisin