Dopo esserci confrontati nelle assemblee, ed aver deciso insieme di richiedere migliori condizioni di lavoro, abbiamo chiesto un incontro con l’azienda.
Abbiamo elencato le nostre richieste ed evidenziato i problemi che avete sollevato, problemi che erano già stati portati all’attenzione dell’azienda ad agosto.
Abbiamo ricevuto dal sig. Sartor ampie rassicurazioni sul fatto che le problematiche saranno affrontate e risolte, ma purtroppo i tempi non sono prevedibili con certezza, né sono prossimi.
Abbiamo anche avuto un proficuo scambio di opinioni con il nuovo Area Manager, il signor Burato, che ci lascia ben sperare per un asserita ricerca di equilibrio tra il lavoro che va svolto e le condizioni “ambientali” che devono essere di collaborazione reciproca e minore “ansia” in generale.
Come con voi concordato abbiamo proseguito con l’invio all’ ABI della lettera che potete vedere qui sotto, per esperire il tentativo di conciliazione con l’azienda.
Illustra la pesante situazione di cui soffre anche il nostro territorio, elenca le richieste che facciamo per migliorare la situazione.
Gli esiti successivi vi verranno comunicati in una prossima assemblea, dove decideremo nuove possibili iniziative.
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Lettera di conciliazione
Ai sensi dell’articolo 4 dell’accordo 23 gennaio 2001 per la regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero nel settore del credito, i sottoscritti Organismi Sindacali Aziendali e Territoriali, avendo intenzione di proclamare un’azione di sciopero, chiedono l’esperimento del tentativo di conciliazione sui seguenti argomenti oggetto della vertenza.
Il piano industriale Unicredit SpA denominato Transform 2019, in provincia di Pordenone, sta determinando, a partire dal 2017, l’uscita per esodo e per pensionamento di numerosi lavoratori.
Dal 2017 ad oggi non vi è stata alcuna assunzione.
Secondo le rilevazioni di Unicredit SpA il personale attualmente in forza nella provincia di Pordenone è adeguato alle esigenze tecnico organizzative.
Vi sono state inoltre chiusure di varie filiali (ed altre potrebbero venire chiuse entro la fine del piano) e la modifica organizzativa di molte altre con la variazione del modello di servizio alla clientela e l’introduzione di casse veloci, atm evoluti, self: questo ha comportato una riduzione del numero delle casse tradizionali a disposizione della clientela ed ha causato un notevole disagio alla stessa, costringendola a servirsi dalle poche filiali che hanno conservato il servizio di cassa con il consulente, e rendendo difficoltosa la gestione dei mezzi tecnologici dovuta all’aumentata operatività sugli stessi, spesso non funzionando con l’adeguata affidabilità.
Rimane dunque alto l’afflusso dei clienti nelle filiali e la necessità di assistere gli stessi nelle difficoltà che incontrano, data l’età media piuttosto avanzata, nell’utilizzo delle apparecchiature.
Nel mese di ottobre 2018 sono state effettuate assemblee del personale nella provincia di Pordenone che hanno coinvolto i colleghi di tutte le filiali e che hanno registrato una numerosa partecipazione.
In occasione delle suddette assemblee, i lavoratori hanno rilevato ulteriori criticità:
• Ripetute violazioni del “Protocollo sul benessere nei luoghi di lavoro e sulle politiche commerciali” firmato in Unicredit SpA il 22 aprile 2016, dell’ “Accordo nazionale su politiche commerciali e organizzazione del lavoro” dell’ 8 febbraio 2017 e della “Dichiarazione congiunta su conciliazione vita-
lavoro” del 28 novembre 2017
• La formazione obbligatoria e professionale è costituita da corsi online con un elevato monte ore,la cui fruizione è difficoltosa e spesso non effettuata in ambiente protetto o in postazioni dedicate come prescritto dagli accordi aziendali, che non vengono quindi rispettati. La formazione così erogata e così
fruita risulta priva di ogni validità riguardo l’acquisizione di nuove conoscenze e serve solo a superare il test finale.
• La difficoltà da parte del personale di aggiornarsi rispetto alla normativa, anche solo a quella che necessita di firma per la presa visione. La mole di circolari, degli aggiornamenti e degli ordini di servizio e i loro continui aggiornamenti non consentono di averne una conoscenza tale da mettersi al sicuro dai rischi professionali.
• Portafogli creditizi e finanziari troppo grandi da gestire da parte dei colleghi, diminuiti in numero, anche per le maggiori incombenze e responsabilità dovute alla normativa mifid II: situazione che espone i colleghi a forti rischi operativi e potenzialmente sanzionatori o conflittuali con la clientela.
• L’assistenza ottenibile tramite i livelli successivi alla consultazione di unicontact è spesso inadeguata, se non addirittura assente.
• Tutta la procedura di archiviazione documentale accentrata è inadeguata.
Date le premesse, al fine di ripristinare il benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro, di ridurre i rischi di patologie connesse con lo “stress lavoro correlato” e per tutelare gli interessi di tutti i portatori di interessi coinvolti in quello che il nostro lavoro quotidiano, chiediamo:
• L’assunzione di almeno 10 lavoratori da aggiungere a quanti operano nelle agenzie della provincia di Pordenone.
• La cessazione immediata di ogni indebita pressione commerciale, e di ogni violazione di quanto sottoscritto nel “Protocollo sul benessere nei luoghi di lavoro e sulle politiche commerciali”.
• In particolare, la cessazione delle richieste sulle previsioni di vendita.
• L’apertura di una trattativa territoriale per la revisione degli orari di apertura delle filiali per ottenere una migliore gestione dell’operatività, del servizio alla clientela e per migliorare la gestione delle attività di back office ( archiviazione documenti, gestione ATM, gestione assegni, macchine evolute, banconote
sospette di falsità…).
• La riduzione del peso dei portafogli finanziari e creditizi in capo a singoli gestori, per ridurre i rischi e per consentirne una più adeguata gestione.
• Una più adeguata gestione a livello di area delle problematiche legate all’effettuazione dei corsi e all’aggiornamento normativo dei colleghi, in particolare facendo in modo che i corsi siano realmente fruibili in un ambiente protetto e che magari si prevedano anche modalità di formazione con l’ausilio di
docenti in aula.
• Il veloce completamento della sostituzione dei terminali, soprattutto nelle filiali.
Portiamo tali richieste in sede di conciliazione dopo aver sollecitato l’azienda negli incontri locali e territoriali.
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Pordenone, 20 novembre 2018
RSA FABI di Porcia RSA FIRST di Pordenone RSA FISAC di Pordenone RSA UILCA di Porcia