Lo scorso 2 febbraio l’Azienda ci ha comunicato attraverso una @mail, stante l’interruzione delle Relazioni Sindacali proclamata quale ulteriore forma di lotta nell’ambito della vertenza per il rinnovo del CCNL, l’ennesima radicale riorganizzazione di UBIS che si realizzerà, a partire dal prossimo mese, nell’ambito dell’edizione 2015 del famigerato progetto iPC (International Process Consolidation); tale progetto già nel corso del 2014 ha comportato il trasferimento di attività tra i vari Poli italiani di UBIS, la delocalizzazione di importanti attività verso le Branch rumene e polacche di UBIS e ha provocato la conseguente riconversione e ricollocazione di numerosi Lavoratori/trici addetti a tali lavorazioni.
L’annunciata riorganizzazione coinvolgerà, attraverso un vorticoso spostamento di attività, 3 Business Lines (Commercial Banking MM; Global Enterprise Services; Transactional Products), 7 Poli (Roma, Torino, Palermo, Perugia, Bucarest, Iasi, Stettino) e soprattutto centinaia di Lavoratori/trici; di seguito ne riepiloghiamo gli elementi principali.
Verranno delocalizzate a Bucarest le lavorazioni relative ai Pignoramenti (Garnishments), che occupano attualmente 35 Lavoratori/trici del Polo di Roma e quelle pertinenti i Mutui (Mortgages) svolte sul Polo di Roma da 7 dei 14 attuali Lavoratori/trici addetti (le attività riguardanti gli attuali ulteriori 7 addetti verranno trasferite a Torino). Dalla Romania rientreranno in Italia le attività concernenti la Centrale Rischi (Centralized Risk Ops) – che saranno svolte nel Polo di Roma – e quelle relative al Trade Finance – che saranno allocate presso il Polo di Torino.
Verrà chiuso il Polo di Tesorerie Enti Pubblici di Torino, che occupa 83 Lavoratori/trici, le relative attività verranno trasferite principalmente presso il Polo Tesorerie Enti Pubblici di Roma e parzialmente presso l’omologo Polo di Palermo.
Le attività di Cash Management (ufficio cassa), attualmente svolte da 42 Lavoratori/trici del Polo di Roma, verranno trasferite al Polo di Torino.
Altra riorganizzazione riguarderà l’operatività concernente i Crediti Agevolati attualmente svolta da 33 Lavoratori/trici del Polo di Palermo e da 18 Lavoratori/trici del Polo di Perugia. Tali attività verranno trasferite in toto in Unicredit spa, ma solamente 39 dei 51 Lavoratori addetti seguiranno le proprie attività e verranno trasferiti in Unicredit spa; viceversa 11 Lavoratori/trici di Palermo, saranno riconvertiti all’interno del Polo palermitano di UBIS a poco più di un anno dalla loro riconversione professionale sulle attività che, nell’ambito del progetto O-RATIO erano state trasferite da Torino a Palermo. Oggi l’Azienda decide che dette attività debbano tornare a Torino in cambio di una parte di attività delle tesorerie.
Come detto, siamo in presenza di un vorticoso mulinare di attività tra i diversi Poli, turbinio che ci fa tornare alla memoria un vecchio adagio popolare: “fare e disfare…….è tutto un lavorare”, se non fosse che tutto ciò comporta pesanti ripercussioni sui Lavoratori/trici coinvolti, che si vedono costretti all’ennesima riconversione in un clima di costante incertezza: appena si impara un lavoro, bisogna subito abbandonarlo e impararne un altro, perdendo anche la profondità della conoscenza.
Ci troviamo di fronte, in alcuni casi, al trasferimento in uscita di attività (ad esempio le Tesorerie del Polo di Torino) assegnate in un passato assai recente al Polo in questione, definito in allora dall’Azienda – a motivazione dell’operazione – quale Polo di assoluta eccellenza per questo genere di lavorazioni e pertanto oggetto di attenzione e di dichiarati investimenti in termini di formazione e sviluppo. Peraltro, sul Polo di Torino la movimentazione delle attività in entrata e di quelle in uscita provoca un’ulteriore criticità causata dallo sbilancio negativo che determina la necessità di individuare altre attività idonee alla ricollocazione di 21 Lavoratori/trici. In altri casi (Pignoramenti del Polo di Roma) ci troviamo addirittura dinnanzi all’apparente smentita di progetti annunciati non più tardi di otto mesi fa nell’ambito dello stesso programma iPC. In altri casi ancora, assistiamo all’ennesima delocalizzazione di attività (seppure parzialmente compensata dal rientro in Italia di lavorazioni delocalizzate negli anni scorsi) realizzata in una fase nella quale il Gruppo Unicredit, attraverso il Piano Strategico 2018, ha dichiarato 5100 esuberi nel perimetro Italia !!!
Detto tutto ciò, sorgono spontanee alcune considerazioni:
Se l’obiettivo apparente della riorganizzazione sembrerebbe principalmente la ricerca ossessiva dell’abbattimento dei costi, con tutto questo “fare e disfare” sarà davvero questo il risultato che si conseguirà ???
Quali sono – se realmente si sono realizzati – e come sono identificabili nel Bilancio di UBIS gli annunciati risparmi rivenienti dalle precedenti riorganizzazioni ??? Abbiamo più volte chiesto alle strutture preposte di Organizzazione di conoscere i pertinenti dati nel dettaglio, ma parrebbe che nessuno si preoccupi di verificare se ciò che si dice a giustificazione di tutto questo ruotare di attività, porti poi davvero un risparmio nei fatti.
Qualcuno, nelle sfere manageriali di UBIS, ha preso nella dovuta considerazione tutti gli aspetti riguardanti l’impatto di queste continue riorganizzazioni e quelli relativi alla riconversione e alla professionalità dei Lavoratori/trici ???
Ci sorge anche un dubbio malizioso:
non sarà che questo continuo movimento e rimescolamento di attività serva solo a giustificare l’attività di chi lo programma, che diversamente dovrebbe cambiare attività e riconvertirsi a sua volta?
L’Azienda dichiara che a fronte di questa ennesima ristrutturazione non vi sono ricadute di natura giuridica, economica e sociale per i Lavoratori interessati; noi , però, riteniamo che l’impatto professionale e di clima sia davvero pesante, senza considerare lo stillicidio di delocalizzazioni di attività che continua ad impoverire l’Azienda.
Per queste ragioni ribadiamo tutta la nostra contrarietà al progetto .
Milano, 10 febbraio 2015
La Segreteria di Coordinamento della FISAC/CGIL di UBIS