Mentre la categoria si trova impegnata nella difesa del CCNL, ci troviamo costretti a denunciare comportamenti aziendali che il CCNL provano a storpiarlo e a deturparlo.
E’ accaduto che, in occasione degli ultimi colloqui sull’andamento della prestazione professionale, è stata richiesta ad alcuni colleghi la sottoscrizione di un verbale sul contenuto degli stessi.
Si tratta di una grave iniziativa non conforme alle norme contrattuali che, nel caso di modifiche al processo di valutazione della prestazione, prevedono l’avvio di una procedura di coinvolgimento sindacale.
Non si comprende il motivo che abbia spinto l’Azienda a stravolgere, senza il previsto coinvolgimento sindacale, il significato dei colloqui infra-annuali che, pensati come momento di confronto costruttivo in un percorso cha ha come obiettivo la crescita professionale delle persone, vengono in tal modo trasformati in uno sterile confronto notarile in cui, fra l’altro, il lavoratore potrebbe essere indotto a contribuire alla precostituzione della prova di una eventuale valutazione negativa. E proprio a questo sembra preludere l’iniziativa, visto che “l’innovativo” strumento non è stato utilizzato nei confronti della generalità dei lavoratori, rivelandosi, in questo modo, insopportabilmente discriminatorio e vessatorio.
Le norme contrattuali non essendo un optional non possono formare oggetto del libero arbitrio e di creativa bizzarrìa.
La burocratizzazione del colloquio denota una scorretta interpretazione della sua funzione che, proprio nella ricerca di un dinamico contraddittorio, dovrebbe individuare, nel giudizio della prestazione resa, il punto di partenza e, nell’offerta di concreti spunti e occasioni di crescita e di sviluppo, l’obiettivo finale. La valutazione professionale non è un fastidioso compito per il quale la dimostrazione dell’assolvimento diventa lo scopo principale, non è il preconfezionamento di un vestitino da calare su misura, non è una scorciatoia per semplificare l’impegno della funzione di gestione delle risorse, e non può essere usata come mezzo per ribaltare sul lavoratore obiettivi tipicamente gestionali così come è accaduto con l’assegnazione dell’obiettivo che imponeva l’obbligo di fruizione delle ferie correnti e arretrate. Al riguardo, comunichiamo che tale OBIETTIVO è stato riconosciuto NON VALIDO e, pertanto, non sarà tenuto in considerazione nella formazione del giudizio finale.
Nel ricordare ai colleghi che la normativa vigente non prevede la verbalizzazione del colloquio, li invitiamo a rifiutare la richiesta di sottoscrizione di ipotetici verbali e chiediamo all’Azienda di restituire ai lavoratori interessati gli originali di quelli già sottoscritti.
Milano, 02 dicembre ‘13
LA SEGRETERIA di COORDINAMENTO FISAC – UBIS