L’iniziativa denominata “Reprice Dif1” o “One 2 One Repricing è stata lanciata dall’azienda la scorsa settimana e consiste in una manovra di modifica della commissione “disponibilità immediata fondi” (DIF) sugli affidamenti concessi sia alla clientela PI che SME. La stessa, anziché seguire la logica della manovra massiva, prevede che i consulenti debbano convincere singolarmente il cliente a “pattuire” un aumento delle condizioni applicate sugli affidamenti.
Poiché la suindicata campagna va ad impattare su una serie di norme introdotte a maggior tutela del cliente (nello specifico, trasparenza ed usura) oltre a possibili riflessi futuri sul rischio di coinvolgimenti legali a carico dei singoli lavoratori, nell’incontro di approfondimento, svoltosi lunedì 15 ottobre, abbiamo fortemente contestato le modalità di attuazione di tale iniziativa e la totale mancanza di qualsiasi documento ufficiale che la descriva e ne indichi, oltre ai contenuti, anche l’operatività.
Abbiamo inoltre stigmatizzato il fatto che la banca abbia scelto, ancora una volta, di scaricare impropriamente sui colleghi responsabilità sue proprie.
E’ indubbio che competa all’azienda adottare e determinare le politiche commerciali che ritiene più opportune. Abbiamo però fatto rilevare che la tendenza a perseguire obiettivi di breve periodo espone la banca al rischio di perdita di clientela.
Riteniamo che tali politiche, oltre che rispettose delle regole di legge esistenti, non debbano implicare l’assunzione di rischi operativi impropri da parte di lavoratrici e lavoratori, responsabilità derivanti, tra l’altro, da decisioni assunte dal management.
L’azienda, da parte sua, ha ribadito quanto di seguito riportato:
“con riferimento alla lettera a firma di tutte le OO.SS. pervenuta lo scorso 9 ottobre, Vi confermiamo quanto anticipato per le vie brevi, circa le positive valutazioni effettuate dalla nostra struttura di Compliance in merito all’operazione di repricing in argomento, in quanto trattasi di pattuizioni consensuali con la clientela interessata, operata nel pieno rispetto della vigente normativa.
Vi confermiamo, inoltre, che non sussistono ulteriori responsabilità a carico dei gestori interessati derivanti dall’espletamento di questa attività, fermo ovviamente il rispetto dei criteri di ordinaria diligenza e delle indicazioni riportate dalla vigente normativa interna.”
Tali affermazioni, se da una parte mettono al riparo i colleghi da eventuali rischi professionali, che potrebbero comportare a loro carico sanzioni disciplinari e/o danni patrimoniali, dall’altra non possono però sollevarli da tutti i rimanenti rischi ai quali l’iniziativa comunque li espone.
Abbiamo inoltre denunciato le fortissime, indebite e inaccettabili pressioni sui consulenti affinchè raggiungano il risultato a tutti i costi e l’utilizzo, in alcuni casi, di minacce, più o meno velate, nel caso in cui ciò non avvenisse.
L’azienda ha precisato che, nel caso in cui il consenso alla modifica delle condizioni fosse negato, non si determinerà nessuna conseguenza negativa, né per il cliente, né per il dipendente.
Questa dichiarazione, che, nelle intenzioni, è finalizzata a rassicurare i colleghi, evidenzia però, per l’ennesima volta, la distanza tra la banca virtuale e quella reale, l’incoerenza tra le posizioni ufficiali rilasciate al tavolo nazionale e i comportamenti rilevati, in molti casi, all’interno delle Direzioni Network e delle Aree Commerciali. Comportamenti che non sono liquidabili, come fa l’azienda, scaricando le responsabilità sui singoli capi che sbagliano, ma che rimandano all’impostazione, questa sì sbagliata, che i vertici hanno dato all’iniziativa.
In chiusura dell’incontro, abbiamo richiesto la sospensione dell’iniziativa fino a quando l’azienda non abbia provveduto a predisporre un documento, da diffondere su tutto il territorio nazionale, che ne spieghi i contenuti e ne espliciti le modalità applicative, chiarendo in modo inequivocabile quali sono le responsabilità e a chi fanno capo, al fine di azzerare ogni pratica del “fai da te”, sempre pericolosa, ma ancora di più in questo caso.
La banca ha immediatamente opposto il più totale rifiuto a sospendere la campagna. Si è però impegnata, a seguito delle osservazioni/critiche avanzate dal sindacato, a fornire istruzioni che usciranno prossimamente sulla scrivania commerciale.
Naturalmente invitiamo tutti i colleghi al rigoroso rispetto delle normative di legge ed interne che, nel caso specifico, significa fornire al cliente, prima di raccogliere il suo eventuale consenso alla modifica delle condizioni, una informativa impeccabile e ineccepibile, completa e improntata alla massima trasparenza.
E’ questo l’unico modo per mettersi al riparo da rischi di qualsivoglia natura.
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