La settimana scorsa nel “mondo” UniCredit molti sforzi, molto tempo e molte risorse sono state dedicate alla celebrazione dei “2 anni insieme”.
Momenti di approfondimento nelle Reti (con quali possibilità di attenzione non si sa, alla luce della scarsità di organici), pagine virtuali su One Gate, la distribuzione di opportuni opuscoli e soprattutto l’invio a tutti i lavoratori e le lavoratrici di una mail dell’Amministratore Delegato che citiamo testualmente in due passaggi particolarmente significativi:
– “Non ci è bastato raggiungere gli sfidanti obiettivi che ci eravamo prefissati e che avevamo comunicato al mercato, li abbiamo superati.
– “E’ davvero raro che una azienda, mentre affronta uno scenario competitivo internazionale complesso, riesca a registrare tanti progressi in un lasso di tempo così breve.”
A chi il merito ??
Stando ai comportamenti pare sia solo dei soliti noti, gli 800 manager che non si fanno mancare nulla: alte retribuzioni, crescita del proprio “valore professionale di mercato”, continue e reiterate assegnazioni di stock option milionarie tali da stupire e far riflettere perfino un quotidiano non certo anti-capitalista come “ Il Sole -24 ore”.
Tutti gli altri dipendenti, “per la dedizione ed il sostegno degli ultimi due anni”, dovranno invece accontentarsi del solo “grazie” dell’ Amministratore Delegato contenuto alla fine della sua lettera.
Per i lavoratori e le lavoratrici di UniCredit, citati quali stakeholders dalla Carta d’Integrità del Gruppo ma la cui soddisfazione è chiaramente subordinata alla realizzazione del profitto per gli azionisti, la creazione di valore proprio non la si vede, infatti:
-> 3.000 esuberi del precedente Piano Industriale in Italia a cui si aggiungono quelli, ben più consistenti, in Germania e nei Paesi dell’Est Europa;
-> l’annuncio di ulteriori tagli occupazionali conseguenti all’operazione con Capitalia con in più creazione di 3 banche retail che complicherà non di poco l’integrazione;
-> una politica retributiva che cerca di scaricare i costi, più alti del previsto, di quest’operazione sui dipendenti UniCredit, i cui Premi Aziendali si vorrebbero tenere fermi, nonostante la cavalcata della produttività e degli utili realizzati, che hanno reso possibile sia la fusione con HVB che l’acquisto di Capitalia.
Non c’è che dire, è proprio una “storia di successo”, soprattutto per gli azionisti per i quali la creazione di valore è chiara ed incontrovertibile, basta vedere l’andamento dei dividendi ed il corso del titolo negli ultimi anni e oggi si premiano anticipatamente anche gli azionisti di Capitalia con il pagamento di un prezzo del 30% superiore a quello reale.
Forse non finisce tutto qui, se è vero,come dice Profumo che “il meglio deve ancora venire”; c’è di che preoccuparsi!
I lavoratori e le lavoratrici sanno comunque che il sindacato pretenderà il pagamento di quanto legittimamente il personale si è meritato, tutelando l’occupazione, i diritti e le retribuzioni.