In un incontro, tenutosi il 22 novembre tra Organizzazioni Sindacali e Direzione Aziendale di UPA, sono stati ripresi ed ampliati alcuni temi già emersi a Settembre, a seguito di un road show nel corso del quale il responsabile della Divisione Global Banking Services, Fiorentino, aveva ipotizzato una riorganizzazione del back office di Unicredit Group a livello europeo, secondo linee di business specializzate.
Le slides presentateci il 22, pur con la premessa aziendale di descrivere un piano di lavoro ancora embrionale, consentono di fare un passo in avanti nella conoscenza del progetto, ma aprono contemporaneamente parecchi problemi.
Le slides si aprono con le classiche affermazioni, già viste ormai alcune decine di volte: il progetto nasce per supportare la crescita commerciale del business, per cogliere i vantaggi della massa critica creatasi con l’integrazione di banche diverse in Unicredit Group e per fornire un supporto all’evoluzione della IT. Gli obbiettivi sono quelli classici: fare sinergia ed economia di scala, condividere le best practices, gestire il rischio e così via. Ovviamente tutto avviene in nome della trasparenza ecc…
Decisamente più innovativa è l’ultima slide.
Le linee di business individuate sono 8: i Pagamenti, la Finanza/Tesoreria, la Trade/Finance, i Mutui/Prestiti, le Carte, la Tesoreria degli Enti Locali, il Core (conti correnti, depositi, anagrafe ecc…), la Scuola Tecnica di formazione.
Le 8 linee vengono oggi gestite, con modalità diverse, tra Germania, Repubblica Ceca, Austria, Romania e Italia; le Carte anche in Turchia e Polonia; la Tesoreria degli Enti locali e la Scuola Tecnica di formazione solo in Italia. Per ognuna delle linee, verrà individuato un responsabile europeo, la cui collocazione potrà essere in uno dei diversi Paesi interessati.
E’ in via di costituzione un Comitato Tecnico (Operational Group Back Office Commitee). Non tutti i membri sono stati ancora individuati, ma di certo ne farà parte l’AD di UPA (con una collocazione che richiede però ancora alcuni passaggi per poter essere definitivamente formalizzata). Il Comitato ha la funzione di analizzare e studiare le possibili ristrutturazioni organizzative del back office del Gruppo; si avvale anche delle classiche funzioni di governance: Risorse Umane, Pianificazione, Legale ecc…; risponde direttamente alla Global Banking Services.
Proviamo ad analizzare i possibili, futuri scenari ed i problemi che ne potrebbero derivare. A seconda delle possibili evoluzioni, il modello proposto potrebbe portare ad un consolidamento di UPA Italia o ad un suo forte ridimensionamento.
=> L’integrazione all’interno delle 8 linee di business appare di difficilissima gestione per almeno due ragioni tecniche ed una funzionale. Da un punto di vista tecnico: non solo manca ancora un’unica piattaforma informatica di Gruppo (la data finale ipotizzata è l’ottobre 2008), ma, anche, le varie realtà nazionali sono organizzate in modo differente. Si pensi, ad esempio, che esistono strutture di back office in Italia (UPA) ed Austria (Adminitration Services); una società esterna, posseduta da BankAustria, esiste nella Repubblica Ceka (BTS), ma HVB ha ancora una organizzazione di back office interno alle reti.. Da un punto di vista funzionale, è del tutto evidente che le linee di comando verticali (quelle interne alle varie linee di business e che fanno capo ai diversi responsabili europei) sono destinate ad entrare in conflitto, magari in forme anche forti, con le linee di comando orizzontali (quelle interne ai Poli e alle varie Nazioni).
=> Problemi evidenti potrebbero nascere anche dalla possibile futura evoluzione della struttura ora appena abbozzata. Escludendo che possa ridursi ad un semplice reingeneering delle modalità di lavoro, il modello proposto potrebbe evolvere verso una divisionalizzazione delle 8 linee di business con differenti livelli di autonomia (vale a dire: 8 linee di business per 8 diverse divisioni della stessa Società) o, in uno scenario da incubo contro il quale non faremo mancare di far sentire forte e chiara la nostra voce, uno spezzatino che frammenta lavoratori e lavorazioni. Da questo punto di vista, la salvaguardia dell’unicità societaria di UPA appare senza dubbio la scelta più opportuna.
=> L’allontanamento dei centri decisionali dai luoghi nei quali le decisioni vanno poi a scaricarsi, può favorire l’assunzione, da parte Aziendale, di scelte dolorose per i lavoratori. E’ chiaro che un conto è decidere, ad esempio a Monaco, l’eventuale ridimensionamento di un Polo italiano. Un altro conto è deciderlo a Cologno, dove il conflitto occupazionale si manifesterebbe in forme più dirette ed immediate.
=> Resta del tutto aperto, qualunque sia l’architettura di back office che verrà scelta, il problema della delocalizzazione delle lavorazioni a Bucarest: scelta che, con tutto il rispetto dei colleghi rumeni, noi abbiamo da subito denunciato come l’individuazione del luogo in cui pagare le stesse lavorazioni un settimo degli stipendi italiani e che l’Azienda continua invece a definire un “centro di competenza” che mezzo mondo ci invidia.
Il fatto è che il termine “centri di competenza” ricompare nelle slides come punto qualificante del progetto. Se, dentro al progetto, dovesse essere presente l’ipotesi di aprire nuove emorragie di lavori non più solo verso Bucarest, ma magari verso Istanbul o Varsavia, si sappia da subito che non ci stiamo e che ci muoveremo di conseguenza.
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Per concludere diciamo che le scelte Aziendali ci interessano e ci interessano moltissimo.
Ma ci interessa moltissimo soprattutto che nessun posto di lavoro vada perduto nella sede nella quale si trova, nessuna professionalità vada dispersa, nessuna competenza smarrita.
Vigileremo sugli sviluppi del progetto e sugli assetti organizzativi che esso delineerà.
Sia chiaro fin da ora che ci opporremo con forza a qualunque scelta in contrasto con le priorità che abbiamo sopra espresso.
Invitiamo quindi i colleghi a tenere nella massima considerazione queste riflessioni, anche in relazione a quanto verrà direttamente comunicato loro dai vertici aziendali nel corso dei road show che, dopo quello di Perugia, verranno tenuti nei prossimi giorni. E’ saggio cercare di capire dove sta l’equilibrio tra le enunciazioni e la realtà.
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