Il titolo di questa nota è esattamente identico a quello dell’anno passato essendo le problematiche sempre le stesse e ricorrenti le difficoltà che colleghe e colleghi si trovano ad affrontare sull’argomento.
Ricordiamo che le ferie sono un diritto inalienabile della lavoratrice/lavoratore, previste per consentire il recupero psicofisico necessario e che sono regolamentate dalle leggi e dai Contratti Collettivi.
Detto questo entriamo nel dettaglio:
A) modalità di fissazione/fruizione: sappiamo che l’azienda sta esercitando forti pressioni perché colleghe e colleghi fissino già da ora la totalità o quasi delle ferie maturate, da utilizzare tutte entro la fine dell’anno.
La motivazione di tanta attenzione risiede nella necessità, per l’azienda, di accantonare in una voce di bilancio gli importi corrispettivi alla quantità di ferie non fruite in corso d’anno.
Ne deriva un evidente danno economico dovuto all’immobilizzo di capitali non indifferente.
Da parte nostra non possiamo che auspicare, nel rispetto della natura delle ferie, che le stesse siano fruite, di massima, nel corso dell’anno di maturazione per consentire un equilibrato riposo dallo stress derivante dall’attività lavorativa.
La legge, pensata anche a tutela delle esigenze individuali e particolari, consente però di utilizzarle in un lasso più ampio (nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione, p.es. le ferie residue de 2005 possono utilizzarsi sino al 30.6.2007), proprio per garantirne una fruizione consona e gradita dall’interessato/a.
Non è quindi riconducibile a norme contrattate e/o cogenti qualsiasi quantificazione di un numero massimo di giornate “trascinabili” all’anno successivo, a meno che l’azienda non intenda individuare tal numero in 15 – 12 – 10) giorni (a seconda dell’anzianità), per il combinato disposto della normativa più sotto riportata [giorni di ferie spettanti dedotte 2 settimane da fruire come minimo nell’anno di maturazione, come previsto dalla Legge – Dlgs 213 art. 1 d) ].
Ovviamente questa ipotesi vedrebbe il Sindacato fortemente contrario, perché sarebbe l’ennesima dimostrazione che gli organici, anziché diminuire come previsto dal Piano Industriale, devono essere incrementati, come da noi più volte richiesto.
Tertium non datur.
B) suddivisione dei periodi di ferie nel corso dell’anno: da più parti ci giunge notizia che, anche quest’anno, l’Azienda, usando la leva dell’articolo contrattuale, insiste perché ciascun/a dipendente usufruisca di un periodo di ferie della durata di 15 giorni lavorativi consecutivi; peccato che l’art 46 c. 5 CCNL, più sotto riportato, preveda (E’ VERO) tal evenienza ma a tutela di lavoratrici e lavoratori e solo nel caso in cui, per particolari esigenze di servizio, l’Azienda, suddivida le ferie in soli due periodi nell’arco dell’anno, uno dei quali non deve essere inferiore a 15 giorni lavorativi.
La lettera e lo spirito del contratto tutelano la parte debole e non possono essere FORZATAMENTE INTERPRETATI dall’Azienda nel proprio interesse.
Vediamo ora i principali riferimenti di legge e contrattuali:
Gli ultimi e rilevanti aggiornamenti legislativi in materia sono contenuti nel:
Decreto Legislativo 19 luglio 2004, n. 213
“Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, in materia di apparato sanzionatorio dell’orario di lavoro”
art. 1
d) il comma 1 dell’articolo 10, e’ sostituito dal seguente: “1. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 2109 del codice civile, il prestatore di lavoro ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore a quattro settimane. Tale periodo, salvo quanto previsto dalla contrattazione collettiva o dalla specifica disciplina riferita alle categorie di cui all’articolo 2, comma 2, va goduto per almeno due settimane, consecutive in caso di richiesta del lavoratore, nel corso dell’anno di maturazione e, per le restanti due settimane, nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.”.
Art 46 CCNL :
1. Il lavoratore/lavoratrice ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuite.
2. Aree professionali: La durata delle ferie del personale è stabilita come segue
– con oltre 10 anni di anzianità giorni 25 lavorativi
– da oltre 5 e sino a 10 anni di anzianità giorni 22 lavorativi
– dall’anno successivo a quello in cui è avvenuta l’assunzione e sino a 5 anni giorni 20 lavorativi
(22 giorni per i lavoratori inquadrati nella 3ª area professionale, 4° livello retributivo)
Durante l’anno in cui è avvenuta l’assunzione il lavoratore/lavoratrice ha diritto ad un periodo di ferie di 20 giorni, da proporzionare in relazione ai mesi di servizio prestati nell’anno, considerando come mese intero l’eventuale frazione di mese; per i lavoratori/lavoratrici disabili rientranti nelle categorie di cui all’art. 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, tale periodo non può comunque essere inferiore a 6 giorni se l’assunzione è avvenuta nel secondo semestre ed a 12 giorni se la stessa è avvenuta nel primo. hanno diritto, a seconda se l’assunzione è avvenuta nel corso del primo o del secondo semestre rispettivamente a 12 o 6 giorni.
– il lavoratore/lavoratrice ha diritto a tanti giorni di ferie quanti sono i mesi intercorrenti fra la data di assunzione ed il 31 dicembre dello stesso anno, considerando come mese intero l’eventuale frazione di mese;
3. Quadri direttivi: A far tempo dal 1° gennaio 2000 nei confronti di tutta la categoria dei quadri direttivi il periodo annuale di ferie è fissato in 26 giorni. I quadri direttivi assunti direttamente dall’azienda con tale inquadramento, durante l’anno in cui è avvenuta l’assunzione hanno diritto a 2 giorni di ferie per ciascuno dei mesi intercorrenti tra la data di assunzione ed il 31 dicembre dello stesso anno, computando come mese intero l’eventuale frazione di mese con un massimo di 20 giorni. Ai lavoratori/lavoratrici disabili rientranti nelle categorie di cui all’art. 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, durante l’anno in cui è avvenuta l’assunzione spettano rispettivamente 20 o 12 giorni a seconda se l’assunzione è
avvenuta nel corso del primo o del secondo semestre.
4. I turni delle ferie debbono essere fissati tempestivamente dall’azienda, confermati al lavoratore/lavoratrice e rispettati; solo in casi eccezionali si possono variare di comune intesa tra l’azienda ed il lavoratore/lavoratrice.
5. L’azienda, solo per particolari esigenze di servizio, può dividere le ferie in due periodi, uno dei quali non inferiore a 15 giorni lavorativi.
6. Nella predisposizione dei turni di ferie, nei limiti delle esigenze di servizio, viene data la precedenza ai lavoratori/lavoratrici disabili rientranti nelle categorie di cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68; per il restante personale si tiene conto delle richieste degli interessati in rapporto alla loro situazione familiare e alla loro anzianità di servizio.
7. L’azienda può richiamare l’assente prima del termine delle ferie quando urgenti necessità di servizio lo richiedano, fermo il diritto del dipendente di completare le ferie stesse in un periodo successivo, con diritto al rimborso delle spese derivanti dall’interruzione che il lavoratore/lavoratrice dimostri di aver sostenuto.
8. Detto rimborso viene effettuato anche per le spese di viaggio, di vitto e di alloggio sostenute durante il viaggio di rientro in servizio a richiesta dell’azienda, nonché per l’eventuale ritorno nella località in cui il lavoratore/lavoratrice si trovava in ferie al momento del richiamo in servizio.
9. Il rimborso ha luogo anche nel caso di spese conseguenti allo spostamento, per necessità di servizio, del turno di ferie precedentemente fissato.
10. Il computo delle ferie viene effettuato sulla base dei soli giorni lavorativi dal lunedì al venerdì, anche nei confronti del personale il cui orario settimanale di lavoro è distribuito su quattro o sei giorni anziché su cinque.
11. Nel caso di personale il cui orario di lavoro settimanale è ripartito su sei giorni invece che su cinque, l’azienda valuta la possibilità di consentire al lavoratore/lavoratrice, il cui ultimo giorno di ferie del periodo annualmente spettante cada di venerdì, di riprendere il lavoro nella giornata del lunedì successivo.
12. Nel caso di cessazione del rapporto di lavoro, al lavoratore/lavoratrice che non abbia già usufruito delle ferie relative all’anno in corso, viene liquidata la retribuzione corrispondente a tanti dodicesimi del periodo di ferie che gli sarebbe spettato nell’anno quanti sono i mesi interi di servizio prestato dal 1° gennaio dello stesso anno (tale liquidazione deve avvenire moltiplicando ciascun giorno di ferie non fruito per 1,20) (1/360 della retribuzione annua per ogni giornata).
13. Nel caso di assenza dal servizio, il periodo di ferie spettante viene ridotto di tanti dodicesimi quanti sono i mesi interi di assenza. Nel caso di assenza per malattia, la riduzione di cui sopra non si applica se l’assenza non supera i sei mesi; in caso di assenza superiore la riduzione non si applica per i primi sei mesi, salvo che l’assenza duri l’intero anno.
14. Non sono computati nella durata delle ferie i giorni di accertata malattia o infortunio intervenuti nel corso delle stesse che siano stati dal lavoratore/lavoratrice immediatamente denunciati all’azienda.