La nostra Azienda si prepara ad una stagione difficile: quella della “specializzazione”, con la creazione di nuovi Poli a Trento e Trieste e la divisione delle varie lavorazioni tra i diversi Poli.
Questa stagione di specializzazione si colloca all’interno di una fase ancora più turbolenta che caratterizza il Gruppo Unicredito nel suo complesso: il cosiddetto progetto S3, la divisionalizzazione, cioè la fusione delle 7 Banche in un’unica Società, con la successiva creazione di 3 nuove Banche o divisioni.
Questo momento così delicato impone a tutti un atteggiamento di profonda consapevolezza, di determinazione, di condivisione degli obbiettivi.
In questo quadro il licenziamento (o, più elegantemente, il “recesso senza preavviso” durante il periodo di prova) di un collega assunto a tempo determinato presso l’Ufficio SIR, scrive una pagina particolarmente dolorosa ed inquietante nella giovane storia di UPA.
Con un provvedimento di questo tipo, non chiaro nelle motivazioni, legittimo sotto il profilo contrattuale ma assolutamente inusuale nella prassi consolidata, la nostra Azienda, lo diciamo con fermezza, va nella direzione opposta a quella richiesta: tende a creare un clima di paura e di incertezza, di sospensione delle garanzie, un sentimento ancora più radicato soprattutto tra i colleghi più giovani e tra quelli di per sé meno garantiti (interinali e tempi determinati). Si pensi al fatto che il collega non è stato direttamente intrattenuto dall’Ufficio del Personale (che lo aveva evidentemente giudicato del tutto idoneo non più tardi di tre mesi prima) e non ha dunque potuto fornire in quella sede istituzionale le proprie motivazioni a difesa. Il collega non ha neppure avuto la possibilità di essere collocato in nessuno degli altri uffici dei quali andiamo da tempo denunciando la carenza di organico.
Stridente appare il contrasto di questo clima con quanto espresso dallo stesso Amministratore Delegato, Sig.ra Bernardi, nella recente lettera (per molti aspetti condivisibile) indirizzata a tutti i colleghi in occasione del Natale, tesa a riconoscere il fondamentale contributo individuale prestato da ciascuno per il raggiungimento del risultato complessivo, in un quadro che si vuole di serenità. Se per serenità si intendono licenziamenti e mancate conferme, non mancheremo di far sentire la nostra voce e di assumere tutte le iniziative opportune.
Milano 21 dicembre 2001