In seguito alle novità di questi ultimi mesi ed in particolare, alle nuove misure per contrastare il caro-vita, riemerge il tema dei fringe benefits.
Cosa sono i “fringe benefits”?
Letteralmente tradotto: Fringe vuol dire marginale e benefit vuol dire beneficio.
Nel linguaggio quotidiano questa espressione viene utilizzata come compenso in natura, cioè non monetaria, che il datore di lavoro concede ai dipendenti, in aggiunta alla busta paga stabilita dal contratto di lavoro.
Si tratta quindi di veri e propri benefits aziendali che rientrano in una particolare tipologia di retribuzione regolata dall’articolo 2099 comma 3 del codice civile.
Come vengono considerate queste erogazioni dal punto di vista fiscale?
Lo Stato non le equipara alle retribuzioni e non le assoggetta a imposte e contributi, a patto che non superino un determinato limite.
Di norma tale limite ammonta ad € 258,23, ma per il 2022 il D.L. “Aiuti bis” lo ha elevato ad € 600.
Inoltre, per fronteggiare l’aumento dei carburanti, per il 2022 è stata concessa facoltà di usufruire di ulteriori € 200 da destinare esclusivamente all’acquisto di buoni benzina che non rientrano nella regolamentazione fiscale dei fringe benefits e che quindi non contribuiscono a formare il massimale di € 600.
Qualora si dovesse superare tale limite (anche di un solo centesimo), che ripetiamo essere passato da € 258,23 a € 600, avverrà la tassazione e la contribuzione non soltanto per la parte eccedente, ma per l’intera somma che sarà assoggettata alle trattenute IRPEF (23%, 25%, 35% o 43% a seconda del reddito complessivo), ai contributi previdenziali ed alle addizionali regionali e comunali.
La fiscalità dei fringe benefits è strettamente connessa all’ improvviso rialzo del tasso di riferimento BCE.
Questa connessione deriva dal fatto che i finanziamenti a tasso agevolato che la banca concede ai propri dipendenti, sono considerati erogazioni in natura.
L’importo da considerare come benefit si determina partendo dalla differenza tra il Tasso di Riferimento BCE e il tasso pagato sul mutuo o sul prestito.
Al momento il tasso BCE ammonta all’1,25%. Poco più di due mesi fa era pari a zero, dopo anni in cui era stato addirittura negativo.
Non tutta la differenza rappresenta un benefit: l’importo preso in considerazione è pari al 50% di tale differenza.
In Pratica, e molto sinteticamente, se all’1,25% (tasso BCE) sottraiamo l’1,00 % (tasso fisso che regola, nella maggior parte dei casi, un mutuo a tasso agevolato) e dividiamo per 2, otteniamo un numero in valore percentuale.
Questo numero va poi moltiplicato per il valore del debito residuo (del mutuo o del prestito).
Esempio (meramente indicativo):
Mutuo con debito residuo pari 150/mila euro
tasso fisso dello 1,00 %
tasso BCE dell’1,25%
1,25 – 1,00 = 0,25
0,25 : 2 = 0,125%
Ribaltata sul debito residuo e mensilizzato:
150.000 x 0,125 : 1200 = 15,62€
che rappresenta il benefit generato dal prestito e che va moltiplicato mese per mese, così da arrivare a fine anno ad € 187,44.
La normativa fiscale vigente prevede che si effettui il confronto tra il tasso BCE vigente alla fine dell’anno e quello pagato mese per mese così da rendere il conteggio retroattivo ed estendersi anche ai mesi precedenti all’aumento del tasso. Negli anni precedenti il problema non si era posto poiché il tasso BCE è stato molto basso o in discesa, arrivando ad essere addirittura negativo.
Da qui si evince che vi è una possibilità di tassazione sui mutui e i prestiti a tasso fisso, così come sui finanziamenti a tasso variabile, soprattutto in caso di ulteriori aumenti del tasso BCE entro la fine dell’anno.
Per quanto sopra, ricordiamo a tutte/i le/i colleghi che i servizi di Rimborso delle Bollette e acquisto dei buoni spesa, cumulativamente, non possono superare l’importo complessivo di € 600 totali che corrispondono al limite del fringe benefit 2022.
In presenza di altri benefit (ad esempio alloggio, auto aziendale o mutuo a tasso agevolato), se il valore complessivamente percepito nell’anno (comprensivo dei buoni spesa e del rimborso delle bollette) dovesse superare il limite di esenzione fiscale di € 600, l’intero importo dei buoni spesa e del rimborso delle bollette sarà soggetto a imposte e contributi previdenziali.
N.B. Il welfare aziendale non rientra tra i fringe benefits, quindi si può tranquillamente continuare ad utilizzare per tutte le altre voci come zainetto sanitario, spese scolastiche, etc.
Per questo motivo ricordiamo a tutti di far attenzione ai limiti suddetti e di tener sotto controllo l’ammontare totale dei fringe benefits.
Cosa compare nel cedolino stipendio?
Dal cedolino stipendio del mese di settembre 2022 è visibile la nuova voce in busta – 136 567 – FRINGE BENEFIT TOTALE AC che espone il valore di tutti i fringe benefit riconosciuti e segnalati al dipendente fino al mese di paga,
MA ATTENZIONE con esclusione dell’importo del fringe benefit legato ai finanziamenti / mutui agevolati concessi dall’azienda. Come precedentemente indicato il fringe benefit relativo ai finanziamenti / mutui a tasso agevolato, viene calcolato SOLO a fine anno.
Fisac CGIL Gruppo Unicredit