Siamo tutti coinvolti nella delicata trattativa sul rinnovo del Contratto Collettivo dei Bancari; siamo altresì impegnati, ormai ciclicamente, in UniCredit in incontri dedicati alle ricadute occupazionali, sociali e lavorative conseguenti le varie, troppe, cessioni ed esternalizzazioni che hanno contraddistinto le scelte manageriali in UniCredit nell’ultimo decennio.
Sino ad oggi siamo intervenuti in contesti di oggettive ed assai critiche situazioni lavorative; ma solo Do Bank ha deciso di presentare un piano industriale di completa ristrutturazione e pesante taglio del personale.
Do Bank è la società bancaria che si occupa della gestione degli N.P.L. (Crediti deteriorati spesso inesigibili) cui venne conferita nel 2014, con cessione del pacchetto azionario, U.C.C.M.B – società del Gruppo UniCredit, con i suoi 635 Lavoratori.
Ora Do Bank, nonostante evidenzi risultati eccellenti ( il Bilancio d’esercizio 2018 in sintesi:
profitti in crescita del 13 %, ricavi in crescita del 9 %; e dulcis in fundo, il dividendo agli azionisti cresce del 15 % distribuendo ben oltre il 70 % dell’utile consolidato), decide di
=> avviare il percorso di rinuncia della licenza bancaria,
=> lasciare l’area contrattuale del credito tra 5 anni;
=> tagliare il 14 % circa dei Lavoratori (ovvero 160 su 1125) senza attivare il percorso
di volontarietà e garanzie occupazionali, con la contestuale chiusura di 7 sedi periferiche.
Si reitera, per l’ennesima volta, la propugnazione della classica ricetta di “ rito italico “; ribaltare sempre e comunque sui Lavoratori il peso, gli oneri ed i sacrifici delle scelte manageriali, vieppiù quando, già con risultati eccellenti, si persegue la compensazione delle maggiori remunerazioni dei top manager di Do Bank (remunerazioni fisse del vertice della società a 7,8 milioni di euro – uguale al costo del lavoro di circa 110 Lavoratori – aggiunte ad un piano di stock option per la bellezza di 500mila azioni di Do Bank, ergo altri 5,75 milioni di euro).
Per questi motivi le Organizzazioni Sindacali di Do Bank, supportate dalle Segreterie Nazionali, hanno ritenuto non esistessero i presupposti per addivenire ad un accordo.
Ai Lavoratori ed alle Lavoratrici di Do Bank non mancherà certo il nostro impegno e la nostra azione in UniCredit volti alla ricerca di un percorso coerente con gli impegni presi nell’Accordo di cessione.
Ora ad UniCredit ricordiamo come le politiche di esternalizzazioni/cessioni non solo abbiano depauperato il patrimonio di professionalità e competenze maturate negli anni; ma anche presentino, poi, situazioni assai complesse e critiche da gestire con annessi costi, non solo economici.
Noi faremo il nostro dovere; auspichiamo, ed in tal senso lavoreremo, perché anche UniCredit non si sottragga alle proprie responsabilità ed al rispetto degli accordi e delle garanzie firmate nel 2015.
Milano, 7 maggio 2019
Fabi First/Cisl Fisac/Cgil Uilca Unisin
Segreterie di Coordinamento Gruppo UniCredit