Diretta-Mente – Periodico di Informazione delle RSA Fisac CGIL Unicredit Direct (Volume 1, numero 4, marzo 2016)
Siate Galline!! – Competizione scorretta
E’ proprio cosi .. Bisogna essere come le galline.
Bisogna fare co-co-dè per attirare la clientela e far si che “mangi le nostre uova”.
Almeno questo è il pensiero di un management che ha portato il Direct ad essere oramai solo ed esclusivamente un mezzo per effettuare campagne commerciali e non più un’eccellenza in termini di qualità per l’assistenza, della proposta commerciale o per la consulenza effettuata. Quel che conta, ed anche più di prima è l’inserimento di contatti utili.
Non fa alcuna differenza se questi siano effettivamente di qualità o meno.
L’importante è inserirli.
L’importante è che i neoassunti dopo nemmeno una settimana di affiancamento prendano 300 telefonate di media ed inseriscano 299 contatti utili. L’importante è che il contatto venga inserito sempre anche a costo di figuracce.
Sappiamo bene a cosa servono i contatti utili: a far si che l’operazione eventuale e futura del cliente abbia un doppio canale di rendicontazione e porti doppia remunerazione per il Direct e per la Rete.
Apparentemente è un sistema nel quale ci guadagnano tutti giusto?
Il problema, però, è che questo meccanismo porta ad una spietata concorrenza interna, porta le Agenzie (perché viene loro chiesto di farlo!) a cancellare gli appuntamenti inseriti o le consulenze effettuate al Direct per poi reinserirli esattamente il giorno dopo la loro scadenza. Porta la Rete (ma questo è perché qualcuno strumentalmente non li informa davvero) a credere che ora non solo deve “guardarsi” dal distretto vicino, dall’area commerciale confinante o dalla Region più performante. Ora deve guardarsi anche dal Direct in una inutile concorrenza.
Qualcuno potrebbe obiettare che un po’ di sana competizione è necessaria per spingere tutti al miglioramento. Appunto: sana competizione, soprattutto, ci viene da dire, nei confronti della concorrenza. Ed invece no, meglio una spietata concorrenza interna. Chissà, forse è più facile. Per non parlare della gestio- ne dell’operatore telefonico.
E’ da ottobre, dai road show, dalla presenza di Piccini e Ghizzoni al Direct, che i colleghi e le colleghe hanno lamentato la difficoltà di effettuare chiamate con un numero sconosciuto (oltretutto vietato dalla normativa Privacy, ma questo diciamolo sottovoce).
La responsabilità, si dice, è appunto dell’operatore telefonico. Eppure, permetteteci, qualcosa non torna. Possibile che il problema persista da 5 mesi? Possibile che per un problema così grave Unicredit non prenda provvedimenti nei confronti di questo operatore telefonico inadempiente?
Eppure anche il Top Management si era impegnato a risolvere prestissimo questo problema. Ma si, deve essere che in un periodo di grandi conferme sulla teoria della relatività di Einstein anche le promesse del nostro Top Management diventano relative.
I consulenti del Direct non sono galline però. Le galline (anche quel- le magiche delle favole) sono preziose fin che fanno uova, poi finiscono in pentola.
Non è quindi stato per nulla elegante effettuare questo paragone e bisognerebbe avere più rispetto per coloro che ogni giorno affrontano un lavoro duro e difficile come quello del Direct di Unicredit.
E l’attenzione si dimostra anche attraverso la sottoscrizione di un accordo soprattutto dopo la grande partecipazione a tutte le assemblee fatte in tutti i poli di Unicredit Direct.
Le 7 assemblee
A Febbraio con l’Assemblea di Verona si è chiuso il lungo cammino partito ad Ottobre 2015 che ha visto la Fisac CGIL impegnata nel lungo percorso assembleare nel quale abbiamo sì raccontato, ma soprattutto ascoltato e costruito una vera e propria piattaforma per provare a mettere un po’ di ordine nella selva di assenza normativa in cui ad oggi vive il mondo di Unicredit Direct.
Gli argomenti da ottobre ad oggi hanno anche subito variazioni di interesse.
Se per esempio nelle assemblee di ottobre il problema principale poteva essere avere forma- zione, oggi il problema è avere formazione di qualità che non porti chi entra ad essere subito lanciato in cuffia, se in alcuni Poli le pressioni erano assenti ora è quasi univoca.
Vi alleghiamo i volantini delle assemblee perché crediamo sia più efficace condividersi le informazioni che farne una semplice sintesi
(ndr: i volantini delle assemblee dei poli di Cologno, Modena, Napoli, Palermo, Roma e Torino sono consultabili negli allegati)
La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti
PERCHE’L’8 MARZO SIA OGNI GIORNO
Né vincitori né vinti (di Antonia Storace)
Le donne forti camminano dritte, lungo l’asfalto della vita.
Sono donne difficili.
Sono donne che non si accontentano più.
Hanno il sole negli occhi, e qualche relitto di troppo nel cuore.
Eppure, non si stancano di sfidare l’incertezza del mare. Vivono di sogni mischiati al cemento. E capi- ta che non sappiano più distingue- re gli uni dall’altro. Danzano scalze.
Un po’ zingare, un po’ selvagge.
Eternamente bambine, sotto le ciglia vestite di rimmel, e le labbra rosso rubino.
E’ la mente a partorire il loro erotismo che, lento, si annida nel cuore.
E poi, sinuoso, si traduce sul corpo.
Il loro fare l’amore, è un fare l’amore complesso.
Per questo, quando prendi una donna, non ne prendi un pezzo soltanto.
Ne sposi l’armoniosa, assoluta, totalità.
Le donne forti spogliano l’anima, la vestono di magnifico nulla, la dividono in parti, piccolissime parti, e ne mettono una in ogni cosa che fanno.
Tutto quello che toccano diventa magia.
La loro vita è una corsa ad ostacoli, senza podio e senza medaglie.
Si portano addosso i fallimenti, e le sconfitte, con innata eleganza, e dignità sofferta.
Come un tassello di vita che, malgrado il dolore, non baratterebbero mai.
Perché sono ciò che sono. E non lo rinnegano.
Le donne forti non smettono di cercare qualcuno per cui valga la pena tornare ad amare.
Perché le donne forti tornano ad amare una volta ancora, una volta in più, una di troppo.
Anche dopo aver giurato a sé stesse che mai più lo avrebbero fatto.
Le donne forti fanno paura.
Ma sono le sole per cui valga lo sforzo.