Made in UBIS?

Nella giornata del 27/10/2014 si è tenuto un incontro con la Direzione di UBIS nell’ambito del quale sono stati affrontati i seguenti argomenti.

Formazione: non vi è alcun dubbio che il tema rimanga centrale in un’ottica di costante ridefinizione di ruoli operativi e d’innovazione tecnologica.
La relazione, riguardante l’anno in corso, ha illustrato i numeri relativi ai/alle colleghi/e coinvolti/e (circa 4300) e ai corsi a catalogo (681), per lo più tecnici, che UBIS gestisce in maniera autonoma.
Per quanto riguarda invece la formazione finanziata, gestita dal Gruppo, la nostra partecipazione ha coinvolto 689 colleghi/e per un totale di 4135 ore.
Una novità è l’acquisizione del concetto di certificazione, a questo proposito 7 Lavoratori/trici hanno completato il relativo percorso, altri 27 sono inseriti nel processo, auspichiamo che dal punto di vista lavorativo ci sia un riscontro in termini reali di questa certificazione e che la stessa possa diventare un elemento oggettivo e trasparente nei percorsi professionali e di crescita.
Dal punto di vista politico non siamo soddisfatti, prima di tutto perché anche quella parte di formazione a catalogo (già ridotta al lumicino) che il collega poteva scegliere in maniera autonoma non esiste più.
Tutta la formazione è sottoposta al benestare del responsabile che traccia anche i bisogni formativi delle proprie risorse e che spesso non dimostra la necessaria attitudine al dialogo, prerogativa che è data per scontata ma che invece nella realtà quotidiana non lo è affatto. Aiuterà a migliorare la situazione l’annunciata verifica che HR vuole esercitare incrociando crescite professionali, ruoli e percorsi formativi ?
Un’analisi più puntuale dimostra che la sequenza tra obiettivi, sviluppo e formazione è spesso travisata o applicata in modo superficiale.
Il paradosso è che viene chiesto alle OO.SS. di rendersi disponibili ad agevolare, tra colleghe e colleghi, l’accesso ai nuovi cataloghi dei corsi (previsti per Febbraio) con opportune informative, quando in passato non ci è stato mai concesso di avere un ruolo propositivo se non nella formazione finanziata dove la partecipazione delle OO.SS. è vincolante all’ottenimento dei relativi fondi.

Appalti: i tempi sono da Soap-Opera, persistono grandi difficoltà ad avere un quadro completo della situazione che peraltro emerge con caratteristiche di forte criticità. Pur riconoscendo l’impegno che le Relazioni Sindacali di UBIS producono per fornire una fotografia esaustiva sull’argomento, restiamo fortemente critici rispetto all’efficacia e all’efficienza di chi deve gestire e definire contratti.

IPC-aggiornamenti: per quanto riguarda il polo di Bologna sono stati inseriti in percorsi formativi i/le colleghi ceduti/e alla banca ed indirizzati/e principalmente verso la struttura BTI. Sul polo di Verona sta proseguendo il percorso di trasferimento delle attività verso il polo di Bucarest e la conseguente riconversione dei Lavoratori coinvolti, l’Azienda ci ha comunicato che le attività e parte dei turni relativi al periodo natalizio saranno presi in carico dai Lavoratori Rumeni. Sul polo di Roma si è proceduto all’inserimento nella struttura “Garnishments” del primo gruppo di quattro Lavoratori provenienti dalla PL Credits, nel corso del mese di novembre proseguirà l’inserimento nell’ufficio Pignoramenti degli altri colleghi coinvolti nell’operazione, saranno svolti periodi di formazione in aula e attraverso affiancamento.
Abbiamo ulteriormente ribadito all’Azienda la nostra richiesta circa la realizzazione di percorsi formativi adeguati a dotare tutti i/le colleghi/e, oggetto di riconversione, di appropriate conoscenze/competenze funzionali allo svolgimento delle nuove attività.
A questo proposito l’Azienda ci ha comunicato di aver realizzato – a seguito delle richieste da noi avanzate nel corso delle diverse riunioni tenutesi nei mesi scorsi in merito alle problematiche che si riferiscono alle attività di Tesorerie Enti Pubblici – un percorso formativo destinato ai colleghi/e addetti a queste delicate attività.

PL Credits polo di Torino: l’Azienda ci ha comunicato che provvederà, nel corso del 2015, all’insourcing di attività IT, concernenti il processo “Fidi e Garanzie”, attualmente svolte sul polo di Milano da provider esterni. Tali attività saranno trasferite sul polo di Torino ed assegnate, previo percorso formativo ad hoc, ai colleghi (10) che in questo momento svolgono attività RUN IT di Workout & Monitoring; l’Azienda ha poi deciso di trasferire queste ultime attività, sempre nel corso del 2015, a IASI. Si tratta di una decisione che giudichiamo assai grave poiché, se da una parte si realizza un’operazione (positiva) d’internalizzazione di attività, spacciandola peraltro come il realizzarsi dell’enfatizzato nuovo corso delle politiche di rafforzamento delle competenze interne, dall’altra si procede immediatamente ad un’equivalente delocalizzazione di attività allo scopo di lucrare sul costo del lavoro, azzerando, di fatto, il differenziale in plus, in termini di operatività acquisita dal perimetro Italia.
A margine dell’incontro ci è stato annunciato il rilascio di un apposito applicativo informatico denominato “
ACCORD” legato agli obblighi previsti dall’ ART. 38 (comma 7) del vigente CCNL che riguarda le “potenziali situazioni di conflitto d’interesse”.
Sostanzialmente si chiederà ai dipendenti UBIS di rispondere ad un questionario, previo invio di una mail informativa; il processo ha già coinvolto all’inizio del 2014 i colleghi del perimetro italiano di Unicredit Spa.
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Nella giornata dello scorso 16 Ottobre si è svolto il previsto incontro con
l’Amministratore Delegato di UBIS, Paolo Cederle.
I contenuti della discussione e l’importanza dei protagonisti sono certamente di primo piano e non è certo per sminuirne gli effetti che ne riportiamo gli esiti in un documento che tratta anche di un altro incontro.

Per le OO.SS. la data del 16/10 ha anche un’altra importante valenza: la concomitanza con lo Sciopero dei/delle Lavoratori/trici di UCCMB che ha peraltro registrato una grandissima adesione; UCCMB è al centro di scellerate intenzioni di vendita attraverso una cessione all’esterno del Gruppo, evenienza che in questi ultimi giorni è diventata drammaticamente imminente.

Parte delle delegazioni sindacali non hanno rinunciato a dimostrare, con la loro presenza al presidio/manifestazione in piazza Gae Aulenti, solidarietà e sostegno ai Lavoratori e Lavoratrici di UCCMB, solidarietà, sostegno e contrarietà all’operazione espresse anche in un documento consegnato ai vertici aziendali di UBIS all’inizio della riunione. L’incontro peraltro ha fornito indicazioni molto alte sul futuro della nostra Azienda, sembrando a tratti più uno spot pubblicitario del recente modello “made in UBIS” che un momento in cui occuparsi dei problemi aziendali e dei risvolti che i colleghi e le colleghe affrontano quotidianamente, proprio per questo preferiamo tralasciare qualche dettaglio provando a fornire qualche elemento di riflessione.

Da tempo l’aria che si respira in Azienda è di grande preoccupazione e le enunciazioni del nostro AD che assegnano ad UBIS un ruolo centrale e strategico all’interno del Gruppo auspichiamo corrispondano alla realtà, ma, da sole, non basteranno a fugare dubbi, perplessità e sfiducia che respiriamo.
La “nuova banca” che si sta affacciando sulla scena avrà bisogno sempre di più di supporti tecnici e di automazione al fine di integrare la parte digitale e più innovativa con il sistema di banca “fisica” e questo pone UBIS in una posizione di grande rilievo nel Gruppo Unicredit. Nessuno mette in dubbio (e ci mancherebbe altro) la professionalità di tutti i Lavoratori/trici, che da parte nostra abbiamo riaffermato a gran voce, né le importanti innovazioni tecnologiche ed operative che ci vedono protagonisti; in alcuni settori come la Security la stessa ABI riconosce ad UBIS un ruolo di primissimo piano. L’enfasi che si conferisce a questa nuova mission aziendale pare più mirata ad assegnare lustrini, medaglie e cotillons al management anziché volta al necessario riconoscimento dell’impegno e delle professionalità dei Lavoratori/trici di UBIS.

Si è fatto anche il punto in riferimento alle risorse presenti in Azienda che sono 4288 di cui 95 nuove assunzioni, numero non trascurabile vista la situazione generale alla voce occupazione, non vogliamo dimenticare che ci sono anche 956 uscite,
una riduzione in gran parte (circa 700 risorse) determinata dall’infausta scelta di questo management di scorporare Lavoratori/trici e attività attraverso il famigerato progetto NEWTON.

Altro tema affrontato è stato il futuro dei poli minori, alla luce della recente chiusura di Reggio Emilia e Carpi qualche preoccupazione è più che lecita, l’Azienda ha dichiarato in merito che allo stato non sono previsti né incrementi del personale né dismissioni.

Proprio sulle questioni dirimenti per le OO.SS. misuriamo grandi distanze, quello che abbiamo compreso è che gli investimenti prospettati come indicatori di buona salute per UBIS in definitiva svolgono una funzione anomala, contribuiscono ad aumentare il ricorso alle consulenze, il concetto esplicitato chiaramente è che le consulenze non solo non diminuiscono ma sono destinate ad aumentare proporzionalmente.

Se i nuovi progetti sono affidati alle aziende di consulenza in modo sistematico, si può definire UBIS centrale e strategica e parlare di crescita?

Quando poi si riesce a ridimensionare qualche consulenza, anche recentemente, si ha la “geniale” pensata di spostare attività all’estero, vedi Romania, attraverso quelle che per noi sono e restano delocalizzazioni operate per sfruttare un minor costo del lavoro, in tale maniera si riconduce a saldo zero, se non addirittura negativo, il bilancio tra attività in entrata e attività in uscita.
Sia per i consulenti sia per i colleghi di altre nazioni non c’è assolutamente da organizzare una caccia alle streghe, a maggior ragione da parte della CGIL, anche perché spesso questi Lavoratori vivono condizioni di disagio e di minori tutele/retribuzioni,
ma che vi siano dei limiti di sostenibilità è una domanda che l’Azienda prima di noi deve porsi.

Com’è noto UBIS gestisce i contratti di appalto di tutto il Gruppo, ci è sembrato opportuno, vista la presenza dei massimi esponenti aziendali, avanzare una proposta concreta.

Abbiamo chiesto all’AD che tutta la materia degli appalti sia oggetto di grande attenzione e che UBIS si doti di regole chiare e trasparenti di sostenibilità e responsabilità sociale concernenti questa delicata materia, anche attraverso l’adozione di un regolamento interno che, tra le altre questioni, eviti categoricamente l’assegnazione di appalti al ribasso che dimezzano i salari e tolgono garanzie ai Lavoratori coinvolti.

Riteniamo che un assunzione di responsabilità di tale genere potrebbe rappresentare davvero un aspetto qualificante del dichiarato “made in Ubis” che a nostro parere deve essere anche un tratto distintivo:

– della certezza che operazioni come Newton non si ripetano più
– del fatto che cessino le operazioni di delocalizzazione di attività
– che la riduzione dei costi non sia scaricata sui Lavoratori
– del modo in cui si lavora negli uffici,
– del rispetto delle legittime aspettative dei colleghi in tema di inquadramenti, – della distribuzione più equa e trasparente di bonus e riconoscimenti,
– della possibilità di accedere liberamente al job market,
– di poter essere protagonisti della propria formazione professionale

In conclusione, le annunciate direttrici sulle riduzioni dei costi e sugli investimenti futuri non convincono affatto , sono in gran parte le stesse che come OO.SS. non abbiamo mai condiviso: delocalizzazioni, consulenze ed esternalizzazioni.

In considerazione di queste prospettive non sarà sufficiente migliorare la comunicazione aziendale (proposito per altro già enunciato in altre occasioni), ne organizzare “rituali” workshop a ogni occasione ne fornire formazione per colmare eventuali gap professionali, la partita avrà sempre lo stesso risultato e la sensazione di insicurezza, come la nube di Fantozzi, non ci abbandonerà.

La Segreteria di Coordinamento della FISAC/CGIL di UBIS
Milano, 28 Ottobre 2014

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