Delocalizzazioni in UBIS: ci risiamo!!!

Pasqua non è passata da molto, pensavamo però che le sorprese fossero ormai finite…………………

Nel corso dell’incontro tenutosi il 28 maggio, già programmato da tempo con all’ordine del giorno le tematiche attinenti la Formazione, sono state illustrate da parte aziendale le specifiche qualitative e quantitative della Formazione erogata nel 2013 in UBIS, con un particolare focus dedicato alla formazione finanziata ed una specifica disamina concernente il progetto di Gruppo che riguarda colleghe e colleghi collocati nella fascia di età “over 55”, progetto al quale UBIS, che ha 1100/1200 Lavoratori/trici nel perimetro indicato, ha aderito.

Ed ecco la (relativa) amara sorpresa,……………… all’interno di un dichiarato percorso di “consolidamento” delle filiali UBIS di Romania e Polonia ci viene annunciata da parte aziendale la partenza, verso quei Paesi, di una serie di attività dal perimetro Italia (afferenti le PL: Credits; Cards; M&CB) con una conseguente ristrutturazione che coinvolgerà circa 100 colleghi, principalmente sui Poli di Roma, Verona e Bologna e che provocherà la definitiva chiusura dei Poli di Reggio Emilia e di Carpi.

La natura e la rilevanza del progetto necessitavano sicuramente di una informativa maggiormente dettagliata, approfondita ed in anticipo rispetto ai tempi ed alle modalità con cui è stata effettuata, con un coinvolgimento preventivo anche delle R.S.A. locali; tutto ciò anche per permettere alle OO.SS. di confrontarsi con i colleghi/e coinvolti/e e di approfondire le eventuali criticità correlate. Abbiamo stigmatizzato con forza quanto accaduto e richiesto un incontro urgente per approfondire contenuti, dinamiche e tempistiche dell’intero progetto denominato “iPC – International Process Consolidation”.

In effetti si tratta di una assai relativa sorpresa poiché avevamo già colto e denunciato criticamente gli elementi premonitori di questo progetto quando, nell’ambito dell’Incontro Annuale di UBIS e della presentazione del Piano Strategico di Gruppo 2014/2018, da parte aziendale si era fatto riferimento alla creazione di “Global Competence Centers / Global Operations Hubs cross-country….”

Ci troviamo di fronte ad un ulteriore tappa di un processo che, in ossequio ad una feroce politica di riduzione dei costi, provoca un progressivo svuotamento di professionalità e attività, si privilegiano esclusivamente scorciatoie di questa natura anziché proporre coerenti modelli di crescita e di rilancio che, il management del Gruppo e di UBIS, non ci sembra nemmeno lontanamente voglia prendere in considerazione.


Lo scopo dell’operazione è evidente: trasferire attività verso Paesi in cui il livello delle tutele e dei diritti dei Lavoratori/trici, nonché il livello delle retribuzioni è inferiore rispetto all’Italia. Un ulteriore elemento di grave e paradossale criticità è rappresentato dal fatto che tutto ciò avviene in un momento in cui il Gruppo ha dichiarato 5500 esuberi in Italia!!!!

Alla faccia degli sbandierati proclami di Banca al servizio del Paese!

Tuttavia anche quest’anno in UBIS i “bonus discrezionali” e i
super premi ai manager sono stati elargiti con le stesse modalità (mai condivise dalle OO.SS), la medesima percentuale di beneficiari (circa il 62%) e analoghi importi medi (2.825 Euro) dello scorso anno, in contraddizione con una fase nella quale il Gruppo reclama alle OOSS una politica sempre più focalizzata al “risparmio pro capite” sulla testa di Lavoratori e Lavoratrici.
Alla luce di queste considerazioni non accetteremo di sacrificare VAP, Welfare e previsioni della contrattazione integrativa!

Secondo le dichiarazioni aziendali, i/le Lavoratori/trici di UBIS coinvolti/e nel progetto saranno riconvertiti/e verso mansioni che, come ad esempio nel caso di Verona, dovrebbero offrire nuove opportunità professionali a Lavoratori e Lavoratrici impiegati fino a ieri al call center e ora inseriti/e in altri segmenti di attività, mentre per i 41 colleghi/e di Bologna (30), Carpi (7) e Reggio Emilia (4) che saranno ceduti alla Banca si dovrebbero aprire nuove prospettive nel mondo Unicredit spa (Rete e BTI), per quanto riguarda il Polo di Roma i/le 15 Lavoratori/trici adibiti/e alle attività in partenza saranno riconvertiti nell’area Pignoramenti che come è noto versa in una situazione di grande necessità, condizione peraltro denunciata più volte dalle stesse OO.SS.

L’Azienda ha escluso fenomeni di mobilità territoriale.

Il fenomeno delle delocalizzazioni ha investito diversi segmenti produttivi del nostro Paese (tessile, metalmeccanico, manifatturiero, ecc. ecc. ) a partire dagli anni ’80, provocando una diminuzione dei livelli occupazionali e salariali nazionali.

Evidentemente, dopo la fase di denuncia che da sempre esercitiamo, occorre un intervento della politica e del sindacato a livello europeo, in grado di sanare il deficit in termini di diritti complessivi, salari e trattamenti normativi dei Lavoratori e Lavoratrici appartenenti ai Paesi della “nuova Europa”.

Nei prossimi giorni si terrà il citato incontro di approfondimento nel quale ribadiremo all’Azienda la nostra contrarietà ad un progetto che palesa evidenti fattori negativi e pesanti criticità, attuali ed in prospettiva.

La Segreteria di Coordinamento della FISAC/CGIL di UBIS

Milano 29 maggio 2014

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