L’agnello sacrificale, di nome UCCMB, e’ sul mercato

Ormai è ufficiale:

L’agnello sacrificale, di nome UCCMB, è sul mercato e pronto ad essere immolato per la prossima Pasqua.

UCCMB è in vendita e Unicredit conta sulla sua valorizzazione da intendersi in realtà come la ricerca della massimizzazione (per usare un termine caro al nostro Top Management di Gruppo) del prezzo da incassare dalla vendita della società.

Certo che a guardare questa situazione dall’esterno, la decisione di vendere una struttura che nel corso degli anni si è progressivamente affermata nel mondo dei NPLs certificata come Banca al Top nelle classifiche mondiali del settore e che, a quanto risulta, sta suscitando particolare attenzione tra i vari investitori in questa fase di raccolta delle manifestazioni di interesse, risulta alquanto singolare.

A questo si aggiungano tutte le ulteriori difficoltà operative dei colleghi del Workout chiamati a replicare quello che oggi il Gruppo vuole vendere con inevitabili inefficienze e frustrazioni in un contesto già particolarmente sovraccarico.

L’importante oggi per UniCredit è solo fare cassa (al fine di poter staccare le cedole agli azionisti, coprendo errori passati e presenti del Management del Gruppo?).

Peccato che questa visione di UCCMB solo come asset contabile, non solo risulti in contraddizione rispetto al ruolo strategico che la stessa potrebbe giocare all’interno dell’enorme mercato delle sofferenze, ma trascura il fatto che è composta da oltre 750 dipendenti che non hanno nessuna intenzione di essere il capro espiatorio degli errori di un management strapagato che ha fatto e continua a fare scelte strategiche a dir poco spregiudicate.
Immancabilmente i nodi sono venuti al pettine, e si pensa ora di riparare ai danni prodotti attraverso l’alienazione dei “gioielli di famiglia”.

DEVE ESSERE CHIARO CHE:

– IN MODO COESO E DETERMINATO, LE OO.SS. DI UCCMB INTENDONO ADOTTARE TUTTE LE FORME DI LOTTA POSSIBILI PER CONTRASTARE QUESTO DISEGNO MIOPE, CHE AVRA’ FORTI RIPERCUSSIONI SUI LAVORATORI.

– QUALORA L’IPOTESI DI CESSIONE DOVESSE NONOSTANTE TUTTO DIVENTARE CONCRETA, QUESTE OO.SS. ATTIVERANNO UNA STRENUA BATTAGLIA PER IL MANTENIMENTO DELLE AGEVOLAZIONI E DELLE GARANZIE, FINORA RISONOSCIUTE AI COLLEGHI GIA’ OGGETTO DI PRECEDENTI DISMISSIONI.

Nel prendere atto che evidentemente l’attività svolta da UCCMB non è più ritenuta strategica per Unicredit, ribadiamo con forza la nostra contrarietà a questa politica di dismissioni e ci opponiamo nettamente all’ipotesi di vendita di questa azienda.

CARI COLLEGHI, CARE COLLEGHE QUESTA DEVE ESSERE UNA BATTAGLIA CHE CI DEVE VEDERE TUTTI COINVOLTI E CHE POSSIAMO VINCERE SOLO SE RIUSCIREMO A FARE FRONTE COMUNE.

VI TERREMO COSTANTEMENTE AGGIORNATI

26 marzo 2014

Le RSA e le SAS di Unicredit Credit Management Bank

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