Assemblea costitutiva coordinamento Fisac Cgil UBIS: documento presentato dalla delegazione trattante Fisac Cgil UBIS

L’azione sindacale in tempo di crisi

Premesse

La grave crisi economico-finanziaria globale, giunta oramai al suo sesto anno, continua a produrre effetti pesantissimi sull’economia del Paese e, nello specifico, sul settore bancario.

Il calo di redditività delle banche, causato dalle politiche adottate dalla BCE in merito al contenimento dei tassi d’interesse, dall’aumento delle sofferenze sui crediti,dauna diminuzione della capacità di investimento delle imprese e delle famiglie, da norme più stringenti imposte dai regulators in tema di patrimonializzazione – liquidità e operatività, dalla scarsa fiducia dei mercati internazionali nei confronti dell’Italia, ha causato un inasprimento delle politiche di taglio dei costi adottate dalla stragrande maggioranza degli istituti del nostro paese. L’incapacità del management di costruire nuovi modelli di sviluppo e di rilancio del settore ha indotto, gli stessi, a scegliere la facile scorciatoia della politica del mero ridimensionamento dei costi.

Le manovre di riduzione dei costi si abbattono prevalentemente sul costo del lavoro attraverso la diminuzione degli organici, la contrazione del salario, l’attacco a norme e diritti acquisiti. Prova ne sono i diversi piani industriali varati, soprattutto nel corso degli ultimi tre anni, da parte di grandi gruppi e/o banche di medio piccole dimensioni, che realizzano massicce riduzioni di dipendenti (attraverso piani di esodo con l’utilizzo anche del fondo di solidarietà) e vedono l’adozione di vari strumenti di riduzione salariale: contratti di solidarietà – sospensione, per i neo assunti, delle previsioni della contrattazione integrativa – esclusiva fruizione delle ex-festività etc. etc.

Occorre inoltre rilevare che in questo già difficile contesto ulteriori elementi di criticità sono stati introdotti dalla recente riforma del sistema pensionistico.

La ricostruzione delle vicende che più di recente hanno caratterizzato l’azione sindacale nel settore bancario, mettono in evidenza le attuali difficoltà e i limiti con i quali il Sindacato è chiamato a misurarsi. Da un lato, una parte datoriale e un management incapaci di trovare soluzioni alternative alle politiche di drastico e indiscriminato abbattimento del costo del lavoro, realizzate anche attraverso deroghe in pejus di previsioni legislative, lo stravolgimento di importanti istituti contrattuali e la contrazione degli organici; dall’altro un quadro legislativo (ad. es. art. 8 della legge Sacconi, legge sulle cessioni di ramo d’azienda, ecc.) che agevola queste deleterie strategie datoriali.

Le scelte strategiche operate dai banchieri italiani mettono in risalto un’evidente e intollerabile contraddizione: da una parte si cerca di calare la scure tagliando diritti e stipendi dei Lavoratori, dall’altra si mantengono e si incrementano, per il management, livelli di retribuzione/bonus/benefit che risultano assolutamente ingiustificati, spropositati e incoerenti rispetto ai risultati prodotti.

L’ossessiva e indiscriminata politica di aggressione dei costi ha trovato il suo apice negativo nell’arrogante atteggiamento di ABI che ha portato, di recente, all’unilaterale disdetta anticipata del CCNL e di altri importanti accordi di settore.

Queste gravi iniziative padronali devono trovare una ferma risposta da parte dei/delle Lavoratori/trici, è indispensabile una forte reazione della categoria, capace di fermare tale intollerabile deriva e il tentativo di azzerare anni di conquiste dei Lavoratori/trici bancari.

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La Fisac/CGIL in UBIS

A distanza di circa due anni dai congressi aziendali e di Gruppo in UniCredit, si rende necessario aprire tra gli iscritti e le iscritte un dibattito serio e aperto anche alla luce dei continui cambiamenti societari e di perimetro che si sono susseguiti.

Nella visione aziendale UBIS rappresenta, per UniCredit, la società in grado di fornire servizi di eccellenza, di realizzare economie di scala e razionalizzazione delle strutture/procedure, tuttavia la grave crisi economica, sempre secondo l’azienda, ha reso il modello non più sostenibile con il conseguente spostamento del focus strategico verso un’ossessiva riduzione dei costi che è sfociata nei progetti di esternalizzazione. Non condividiamo assolutamente questa valutazione aziendale e tanto meno il cambio di strategia adottato da un management inadeguato ad affrontare i nuovi scenari, che non si è fatto scrupolo, negli anni, di impoverire il patrimonio professionale dei colleghi attraverso l’uso indiscriminato e massivo di consulenze. Abbiamo contrastato con determinazione tale visione strategica aziendale attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti tipici della lotta sindacale, in coerenza con la linea politica della Fisac – CGIL.

Dopo la fusione delle pre-esistenti società di servizio nel consorzio unico, con l’obiettivo di dotare la Fisac di UBIS dell’organismo di rappresentanza apicale, in grado di rappresentare l’organizzazione nei confronti dei Lavoratori, dell’Azienda, delle altre OO.SS., il Direttivo congiunto delle ex-società UCBP, URE, UGIS ha nominato, nel corso del mese di febbraio 2012, la Delegazione Trattante Provvisoria, sulla base del principio del riconoscimento e valorizzazione delle diverse componenti congressuali, in attesa dello svolgimento dell’Assemblea Costitutiva per ridefinire le strutture di UBIS.

Da parte nostra, rispetto alla funzione svolta dalle società di servizio confluite in UBIS, rivendichiamo il valore rappresentato dal ruolo che nel tempo hanno assolto anche allo scopo di assorbire le tensioni occupazionali generatisi a seguito delle numerose acquisizioni/fusioni/incorporazioni avvenute nel Gruppo in questi anni, scongiurando, così, crisi occupazionali, mobilità territoriale e tutelando le professionalità dei colleghi attraverso la multipolarità. Risultati ottenuti attraverso accordi sindacali che hanno visto la Fisac-Cgil protagonista di primo piano, anche attraverso la gestione, da parte delle RSA locali, delle innumerevoli riorganizzazioni che si sono susseguite in questi ultimi anni.

Il progetto Newton è dunque il punto di massimo affondo delle logiche aziendali che hanno causato la fuoriuscita dal Gruppo di circa 650 lavoratori/trici e la conseguente perdita di un enorme patrimonio di conoscenza, competenza e professionalità. Di fatto sono state cedute attività di business che rendono il Gruppo UniCredit dipendente da società terze, le stesse a cui erano state affidate le relative pianificazioni progettuali attraverso contratti di consulenza lautamente remunerati.

Il 1° gennaio 2012 UCBP, URE e la Gestione Acquisti di Holding confluiscono, attraverso fusione per incorporazione, in UGIS dando vita al così detto “consorzione” denominato UBIS. Dopo alcuni mesi di trattativa, nella quale l’azienda ha assolutamente escluso la possibilità di accogliere la richiesta del così detto “collegamento societario”, per normare l’avvenuto passaggio dei lavoratori/trici, già trasferiti con le sole previsioni dell’art. 2112 c.c, le delegazioni unitarie di gruppo delle OO.SS hanno raggiunto un accordo contenente un elevato livello di tutele occupazionali e garanzie, superiori a quelle già previste dai precedenti accordi riguardanti le società oggetto della fusione e largamente migliorativi delle previsioni di legge.

Durante la trattativa parte della delegazione Fisac, in particolare l’RSA di Roma, ha rifiutato di condividere la linea politica condivisa e assunta da tutto il resto della nostra Organizzazione e sostenuta dalla Segreteria Nazionale. Successivamente l’RSA di Roma si è resa artefice di uno strappo con la delegazione FISAC che ha finito con il compromettere gravemente i rapporti unitari con le altre organizzazioni sindacali e la relazione con gli iscritti creando una inaccettabile interferenza sull’autonomia e la dignità di rappresentanza delle RSA Fisac presenti nelle rispettive realtà.

A maggio 2012 l’Azienda ha concretizzato l’esternalizzazione del ramo d’azienda HR – SSC confluito in una NewCo a maggioranza azionaria HP (51% HP – 49% UBIS). La complessa trattativa riguardante lo scorporo di circa 220 lavoratori/trici si è protratta per parecchi mesi. La Fisac di UBIS non ha mai abdicato, in questa complessa fase, al ruolo negoziale ricercando un accordo in grado di garantire ai lavoratori coinvolti non solo i trattamenti in essere ma, soprattutto, tutele occupazionali di lungo periodo.

Durante il corso del negoziato la posizione assunta dall’RSA Fisac di Roma si è fatta sempre più distante, ostile e in contrasto nei confronti della linea negoziale maturata dalla delegazione trattante e condivisa unitariamente dalle Segreterie Nazionali.

Le iniziative dall’RSA Fisac di UBIS Roma hanno ampiamente travalicato il limite del confronto democratico assumendo toni inaccettabili ed arrivando a rappresentare ai Lavoratori/trici l’immagine di un sindacato, Fisac compresa, colluso e acquiescente rispetto le scelte aziendali. Questi comportamenti hanno provocato l’estromissione della stessa dal tavolo unitario sulla piazza di Roma.

In questo clima si sono dovute affrontare le altre procedure di cessione di attività e Lavoratori previste dal programma Newton. Ad aprile 2013 l’Invoice Management è confluito in una Nuova azienda denominata ABAS la cui proprietà è al 51% di matrice Accenture e il restante 49% è in capo ad UBIS.

Come già avvenuto nel corso della trattativa riguardante ES – SSC, la RSA di Roma, giudicando illegittima la procedura, decideva di non proseguire la trattativa, nonostante gli approfondimenti legali che le OOSS unitariamente avevano richiesto e che avevano ribadito la legittimità dell’operazione. La delegazione trattante della Fisac – CGIL ha viceversa deciso di proseguire il percorso negoziale valutando la via legale strumento utile a tutelare i diritti individuali ma non idoneo a acquisire nuove garanzie di carattere collettivo.

L’accordo siglato, che giudichiamo in linea con gli obiettivi prefissati dalla nostra organizzazione, ha consentito di garantire al personale confluito in ABAS, in continuità con i precedenti accordi, tutele occupazionali e normative ben oltre le previsioni del Art. 2112 del c.c.

Il protrarsi reiterato delle azioni e dei comportamenti attuati dalla RSA FISAC di UBIS/Roma, volti a osteggiare ed a delegittimare gli Accordi sottoscritti unitariamente ed a screditare l’iniziativa politica della Fisac aziendale, di Gruppo e Nazionale, ha provocato nel corso del mese di aprile 2013 un fatto grave e senza precedenti: l’estromissione della CGIL, l’organizzazione maggiormente rappresentativa in azienda, dal primo tavolo negoziale di UBIS. Il Direttivo della Fisac di UBIS riunitosi nel corso del mese di giugno 2013 ha analizzato la situazione e attraverso il dibattito, che ha coinvolto tutte le RSA rappresentative dei poli di UBIS, ha proposto una ricomposizione all’interno della Fisac propedeutica anche ad una ripresa dei rapporti unitari. Tale impostazione, votata a maggioranza dal Direttivo, era di fondamentale importanza strategica perché alla vigilia del negoziato concernete il progetto Gibson. Il nostro ruolo negoziale sarebbe stato ancora più incisivo se non fosse stato ostacolato dall’RSA di Roma che si è posta anche contro l’OdG votato dal direttivo di UBIS impedendo alla Fisac di partecipare alla contrattazione con la Delegazione di Gruppo al primo tavolo.

Nel corso della trattativa relativa all’esternalizzazione di “ICT Infrastructure Management” (1° settembre 2013), nonostante la relegazione della nostra Delegazione addirittura al terzo tavolo, la Fisac ha saputo comunque esercitare un ruolo negoziale di grande spessore orientando il negoziato verso il conseguimento delle priorità che le/i Lavoratrici/tori ci avevano posto durante le Assemblee.

Gli Accordi sottoscritti sono stati sottoposti al voto vincolante dei Lavoratori e delle Lavoratrici ed approvati a stragrande maggioranza. Per la prima volta nel Gruppo Unicredito e nel settore le Organizzazioni Sindacali hanno ottenuto dall’Azienda l’impegno scritto a subordinare la validità degli accordi all’esito positivo delle consultazioni. Rivendichiamo il valore assoluto di questo risultato che sostanzia la democrazia di mandato superando anche le previsioni degli accordi confederali e di categoria che limitano la consultazione esclusivamente al CCNL ed al CIA.

Durante le trattative sopra citate riguardanti le esternalizzazioni, la nostra Delegazione, con il supporto della Fisac Nazionale e di Gruppo non ha mai perso di vista l’obiettivo primario del conseguimento del più alto livello possibile di tutele e garanzie per i Lavoratori coinvolti, individuando la negoziazione sindacale quale strumento funzionale al raggiungimento di quanto prefissato. Per contrastare le iniziative datoriali e sostenere le nostre posizioni abbiamo messo in campo tutti gli strumenti tipici dell’azione sindacale: scioperi, presidi, manifestazioni, coinvolgimento delle autorità istituzionali e politiche locali e nazionali. Abbiamo realizzato dunque iniziative tese a indurre l’Azienda a rinunciare alle operazioni di esternalizzazione e nella convinzione che le vie legali, da sole, non sono sufficienti a garantire le tutele che possono essere assicurate dallo strumento negoziale; di fronte all’avviata procedura di esternalizzazione, abbiamo richiesto il confronto negoziale previsto dalla legge per ottenere le migliori condizioni di passaggio dei Lavoratori alle NewCo.

Peraltro dobbiamo rilevare, con rammarico, che tutti i recenti e numerosi ricorsi giudiziari, collettivi e individuali, patrocinati o meno dal Sindacato, hanno trovato riscontro negativo da parte delle Autorità Giudicanti, in alcuni casi fino al livello definitivo di giudizio (Corte di Cassazione), o, nella migliore delle ipotesi, saranno dibattuti dopo quasi due anni dall’attivazione del ricorso e dall’esternalizzazione dei Lavoratori. Tali sentenze sfavorevoli creano, inoltre, precedenti negativi per tutta la categoria e per tutto il mondo del lavoro.

In questo difficile quadro si è sempre ricercata la strada del dialogo interno evitando di rispondere alle provocazioni ed alle polemiche anche quando i fatti dimostravano chiusura e ostilità da parte dell’RSA di Roma. Nessuno chiede ad altri di abdicare dalle proprie idee e posizioni. Quando però diventano ostacolo alla vita ed all’esercizio delle prerogative dell’Organizzazione, tanto da comprometterne la continuità e l’efficacia dell’iniziativa e diventano posizioni autoreferenziali, la buona pratica sindacale imporrebbe di fermarsi a riflettere.

L’autorevolezza della Fisac di UBIS e la sua possibilità di determinare la politica sindacale sono, in questo momento, fortemente ridimensionati e, nonostante sia la prima sigla in UBIS per numero di iscritti, è relegata al secondo tavolo e rischia di diventare sempre più marginale. L’unità sindacale, laddove praticata con lealtà e reciproco rispetto, è elemento di grande forza e, ai Lavoratori che ce la chiedono, non siamo in grado di spiegare le ragioni di quanto successo. Deve essere nostro obiettivo ricomporre il tavolo sindacale unitario e ridare alla Fisac di UBIS quella dimensione di dignità nei confronti dei Lavoratori, delle altre sigle e dell’azienda che l’ha sempre contraddistinta. Ciò deve accadere sia riguardo all’Organo di Coordinamento, sia riguardo alle RSA dei singoli poli. Solo in questo modo riusciremo a riacquisire il nostro ruolo e a rafforzare la nostra organizzazione per poter affrontare i futuri complessi scenari che si presenteranno.

Le continue ristrutturazioni, il ridimensionamento e la chiusura di alcuni poli, che provocano un peggioramento delle condizioni lavorative dei colleghi e le conseguenti necessità di riconversione, spesso attuate in un clima di preoccupante caos organizzativo, richiedono la presenza di un sindacato attento e attivo, in grado di tutelare i Lavoratori in queste complesse fasi.

Le sfide che ci attendono nel prossimo futuro riguarderanno principalmente la gestione delle eventuali ricadute riguardanti la seconda fase del Piano Industriale 2015, il progetto relativo ai Payments previsto dal programma Newton per il 2014, l’impegno per il rinnovo del CCNL recentemente disdettato con arrogante atto unilaterale da parte di ABI.

Inoltre, in accordo con la Fisac di Gruppo, dovremo avviare una riflessione approfondita sulla contrattazione integrativa aziendale, ponendo grande attenzione alla determinazione dell’eventuale Premio unico aziendale che Unicredit vorrebbe introdurre e che non deve assolutamente vedere la penalizzazione di UBIS in quanto società di servizio.

Dovremo anche valutare, alla luce di tutti i profondi cambiamenti organizzativi realizzati in UBIS, la rispondenza delle attuali norme in tema di inquadramenti e sviluppo professionale ricercando soluzioni che integrino le ex-aziende. Il ruolo della formazione va rafforzato, attraverso l’azione della Commissione Formazione di UBIS, per garantire ai Lavoratori/trici il continuo aggiornamento e rafforzamento professionale in un’ottica di formazione continua.

Dovremo anche recuperare il ritardo che abbiamo sul Gruppo rispetto alle politiche afferenti le Pari Opportunità costituendo la relativa Commissione e sviluppando l’iniziativa in merito.

Su questi temi è necessario che gli istituendi organismi aziendali sviluppino una forte attenzione all’ascolto di tutte le realtà aziendali attraverso il confronto democratico delle diverse sensibilità, mantenendo un focus sulla situazione generale del settore.

Condividiamo e riteniamo quindi indispensabile sostenere le posizioni della nostra Confederazione dirette a contenere il fenomeno della frammentazione e della precarizzazione del mondo del lavoro, tutte le iniziative rivolte a rafforzare la democrazia di mandato ed il diritto di rappresentanza e tutte le battaglie condotte a favore dell’equità sociale e dell’estensione dei diritti.

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