Succede ultimamente che la banca vada avanti solo grazie all’ encomiabile spirito di sopportazione dei lavoratori, costretti a subire giornalmente i consueti rallentamenti nel funzionamento delle linee telematiche.
E così, da qualche mese a questa parte, anche nella stessa giornata, le cadute di linea sono molteplici e talvolta, come lo scorso 2 marzo, si prolungano per ore. Tutto ciò è paradossale!
Alcune conseguenze sono facilmente immaginabili: code alle casse e clienti insofferenti che chiedono conto di disagi per loro (e per noi) incomprensibili.
Altre conseguenze sono meno visibili, ma non per questo meno gravi, in particolare in termini di rischio. Il rallentamento e il blocco dell’operatività impattano pesantemente sulla giornata lavorativa dei/delle dipendenti, qualsiasi sia il ruolo ricoperto: dall’Assistente che lavora sull’anticipo fatture, al Gestore alle prese con una pratica di fido, all’AFP che tenta di aprire un conto corrente, per non parlare dei Cassieri e di tutti i ruoli in Rete e in Direzione.

Con un danno certo per la banca anche in termini di reputazione.

I controlli, le verifiche, che la legge e le normative interne impongono di eseguire, sono difficili da realizzare in queste condizioni.
Come pure, venire incontro alle esigenze della clientela, quando le procedure rallentano e poi si “impallano” clamorosamente, diventa davvero molto più complicato di quanto già non lo sia.

Si tratta di un malfunzionamento destinato a terminare entro breve o è qualcosa di diverso, che necessiterebbe di investimenti strutturali?
Lo abbiamo chiesto ai rappresentanti aziendali e siamo però ancora in attesa di capire le cause di questa perdurante e pesante disfunzione.
Ci è stato dichiarato che si sta monitorando costantemente la situazione e si sta lavorando con l’impegno necessario per attenuare, e tendenzialmente eliminare, i problemi attuali.
Ci aspettiamo che tali sforzi giungano presto a risultati tangibili, che mettano fine ad una situazione di grandissima difficoltà per i lavoratori sul versante organizzativo e che è causa – come si può ben immaginare – di forte stress.

Una cosa è certa: in questa azienda i monitoraggi non mancano, ciò che manca è l’efficienza organizzativa: qualcuno dovrà pur risponderne prima o poi!
E che dire di una azienda che quotidianamente bombarda i propri dipendenti con un mare di informazioni di ogni tipo, ma che si guarda bene dall’avvisarli preventivamente dei problemi alle linee, dell’impegno messo in campo per risolverli, della probabile durata dell’intervento?

Francamente, tutto ciò appare contraddittorio per una banca che vuole essere vicina al cliente, mentre l’impegno del personale viene vanificato da simili accadimenti, ancora una volta senza poter individuare i veri responsabili.

Milano, 19 marzo 2012
Le Segreterie di Gruppo UniCredit
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