Venerdì 25 novembre nonostante i pesanti condizionamenti che l’avvio della procedura per la costituzione di UBIS arreca ai rapporti sindacali in sede aziendale, ci siamo incontrati con Antonio Beraldi nuovo responsabile di relazioni sindacali di UGIS.
Vi sono alcune questioni che per la loro specificità o per la loro proiezione sulla fusione di Gennaio andavano assolutamente sollevate in ambito Aziendale.
La prima di queste riguarda la nuova struttura operativa prevista per alcune COMPETENCE LINES, in UGIS la nuova configurazione ha origini lontane, già da un anno e mezzo abbondante la divisione tra RUN (ora denominati BAU) e CHANGE è cosa fatta.
Non stiamo a ripetere i dubbi e le critiche che già allora le OOSS avevano formulato, premeva capire invece quale impatto questa “novità” ha ed avrà su competenze e percorsi professionali alla luce della prossima fusione.
Non è un mistero che, in passato, una parte dei responsabili ha visto nella costituzione di questi pool l’occasione per effettuare discriminazioni professionali, abbiamo colto un diverso approccio “culturale”: l’Azienda ha affermato che le posizioni saranno intercambiabili e che ovunque si sia collocati, i percorsi di riconoscimento professionale legati al nostro CIA saranno riconosciuti.
Dunque nessuna divisione tra “bravi” e “meno bravi” ma stessa dignità e considerazione (ci mancherebbe) tra chi sarà impiegato a seguire progetti e chi si occuperà di far funzionare al meglio i processi una volta affidati ai COMPETENCE CENTER.
La discussione si è mossa inevitabilmente sul fronte dei consulenti, il significativo ridimensionamento delle consulenze esterne alle quali i CHANGE dovevano progressivamente sostituirsi era stato presentato come uno dei razionali di questo nuovo disegno, ma non si è realizzato.
Questo impegno, assunto in più di un incontro, non solo non ha prodotto nulla ma alla voce “ottimizzazione”, che compare sui documenti ufficiali di presentazione della nuova UBIS brilla per la sua assenza, al contrario si citano come “sistematiche valutazioni “ le possibilità, ove conviene, di operare IN/CO/OUT SOURCING !!
Quando poi, nel corso dell’incontro, si è affermato che oggi i consulenti, nelle strutture già operative, da 300 unità sono scesi a 100 e a tendere a 50, si sfiora il grottesco.
Chi diffonde questi numeri è al corrente che il solo Polo di Milano registra circa 300 “visitatori” al giorno (vengono per il museo?) oltre ai badge che sono rilasciati per lunghi periodi (parliamo di anni).
Apprendiamo che l’utilizzo delle consulenze è legato ai budget che le aziende del Gruppo stanziano ad UGIS per la realizzazione dei loro progetti, la cifra ha una sua variabilità anno per anno e naturalmente anche il ricorso a personale esterno.
Teoria interessante e che condividiamo, ma solo teoria visto che il numero di consulenti è invece esponenziale e protratto nel tempo abbiamo chiesto una verifica, per capire le ragioni di questa incoerenza macroscopica.
Insomma si potrà avere una serie di dati certi (sempre chiesti e mai avuti) per confrontarli con fotografia che ha fatto il Sindacato della situazione. Magari ci sbagliamo.
A questo proposito l’informativa, prevista dal CCNL, che UGIS fornisce in merito alle aziende con cui abbiamo in corso gli appalti, non regge dato che la consulenza si snoda in forme diverse e fuori controllo. E’ una foglia di fico che in questo momento di difficoltà andrebbe rimossa.
Questa discussione è patrimonio anche delle delegazioni di Gruppo, da almeno un anno le OOSS di UGIS hanno chiesto un confronto nel merito, convinte che buona parte della questione non sia efficacemente rappresentata (non certo dalle OOSS) ai livelli apicali di UNICREDITO, che ha avrà anche operato tagli alle consulenze “strategiche” ma che non ha una corretta informazione sui livelli più operativi e frammentati di consulenza.
L’utilizzo, anche improprio, di lavoratori e lavoratrici esterni e il relativo costo saranno inevitabilmente oggetto di discussione quando, e accadrà di sicuro, si parlerà di razionalizzare i costi nella procedura di UBIS.
Ad alcune questioni sollevate dalle RSA del polo di Verona: gestione delle pause per il call center ex Quercia, utilizzo della reperibilità, registrazione delle chiamate in entrata per alcuni gruppi del suddetto hall center, sono state date delle risposte.
Nella maggior parte dei casi però, sono necessari ulteriori approfondimenti da parte aziendale.
Per quanto riguarda la registrazione delle chiamate sarà diramato un comunicato ufficiale, e la mancata informazione alle OOSS prevista dalle norme è stata stigmatizzata dall’Azienda precisando che i colleghi/e coinvolti/e ne erano al corrente, tuttavia “le OOSS andavano doverosamente avvisate”
Altro punto discusso nel corso dell’incontro riguarda il COMPETENCE CENTER SOC di ROMA, una discussione aperta nell’Aprile del 2010, dopo il precedente incontro del 16 novembre le OOSS erano in attesa di risposte concrete.
Questa attività svolta all’esterno da COMMUNICATION VALLEY, è stata portata in UGIS da più di un anno e mezzo, le OOSS hanno ovviamente apprezzato la manovra, che ha provocato un risparmio sui costi non di poco conto fornendo lavoro “fresco” per i colleghi/e del polo di Roma tuttavia sono emerse subito alcune criticità strutturali.
La prima riguardava l’inquadramento da assegnare a lavoratori/trici del nuovo CC, individuato dopo lunga e complicata discussione e non proprio coerente con la nostra ottica e la percezione dei lavoratori coinvolti.
La seconda una cronica mancanza nel numero degli organici; l’azienda stessa aveva stimato sufficiente 29 persone per coprire i turni 7X7 h24.
Non siamo mai stati di questo avviso, ritenendo il numero inadeguato rispetto alle attività da svolgere, alle fisiologiche situazioni di ferie, malattia e formazione.
Oggi siamo ad un numero di 25 persone con 3 persone in uscita a breve, questa situazione mette in seria difficoltà i colleghi che per sopperire devono ricorrere alla reperibilità e a superare il numero limite delle giornate festive lavorate.
Ricordiamo che le attività svolte non sono diminuzione ma in crescita, sono infatti forniti servizi per la Germania e la Repubblica Ceca ed a breve anche per l’Austria.
Sono in corso colloqui per reperire risorse (interne /esterne) ma questo già è stato detto l’estate scorsa ancora stiamo aspettando e la situazione e diventata insostenibile.
L’azienda, inoltre, non intende applicare parte delle normative integrative, scandite da un verbale per la sala di Verona, che vanno attivate visto lo stesso contesto delle modalità di lavoro.
Un altro problema è la mancata formalizzazione, tramite lettera, della nomina del capoturno (sia al SOC che nelle sale di Verona) che in questo momento l’azienda invia solo in caso di effettiva variazione della figura professionale.
Riteniamo che la figura del capoturno oltre alle responsabilità operative rivesta anche un ruolo importante per gli aspetti di salute e sicurezza nei giorni festivi e/o nei turni notturni.
Comunque i passaggi da CIA, dove il capo turno trova la sua declaratoria, sono sempre stati “certificati” da nomine scritte con i corretti riferimenti, indipendentemente se procuravano o non variazioni economiche e/o professionali.
Per questi motivi le OOSS hanno dichiarato la loro insoddisfazione rispetto alle dichiarazioni aziendali, ed hanno dichiarato lo stato d’agitazione su mandato ricevuto dai Lavoratori del SOC, con il relativo blocco delle prestazioni straordinarie e della reperibilità.
Milano, 29 novembre 2011
SEGRETERIE DI COORDINAMENTO UGIS