Anche per questo motivo scioperiamo il 10 ottobre
L’UniCredit Day, che lo scorso 22 settembre ha coinvolto tutti i lavoratori del Gruppo, è stato concepito dall’azienda come un’occasione “per riflettere insieme su come la sostenibilità sia già parte integrante di ciò che facciamo ogni giorno, e sia ciò che ci permette di fare la differenza”.
Difficile dire se questa affermazione sia più supponente o più autoreferenziale.
Può una giornata di (auto) celebrazione fare di UniCredit un’azienda sostenibile?
Assolutamente NO!
Questo appuntamento, a cui siamo chiamati ormai ogni anno, appare del tutto rituale, perché, ormai è chiaro, l’ascolto “vero” delle opinioni del personale è solo sulla carta.
In particolare, la parola “sostenibilità”, tanto usata dal management quanto lontana dalla vita di tutti i giorni, risulta vuota, talmente tanti sono, in UniCredit, gli elementi di insostenibilità:
• l’estromissione, dal gruppo e dal settore, di attività e lavoratori, senza alcuna prospettiva certa per il futuro;
• le continue riorganizzazioni che non evidenziano un chiaro progetto di rilancio, ma rispondono all’unico obiettivo di tagliare i costi;
• le numerose consulenze esterne, che rappresentano pesanti oneri per l’azienda e mortificano le professionalità interne;
• l’azzeramento, da parte dell’azienda, del sistema inquadramentale della rete;
• le condizioni in cui versano le agenzie, chiamate a fare i conti con una carenza di organico sempre più intollerabile e una disorganizzazione crescente, che sembra senza via d’uscita;
• una struttura organizzativa “a piramide rovesciata”, particolarmente pesante nei livelli manageriali, che vede molti dare ordini e controllare, e troppo pochi – rispetto alle reali esigenze – lavorare;
• le continue e pressanti richieste di risultato, a prescindere dalle condizioni di mercato, da parte di un gruppo dirigente che pretende tanto ma poco o nulla sa del lavoro delle filiali;
• le responsabilità sempre più spesso scaricate dall’alto verso il basso;
• i privilegi del top management, a partire dagli emolumenti, per passare poi ad auto aziendali e benefits vari.
In un momento di grave crisi del Paese, di cui siamo perfettamente consapevoli e che chiama tutti alla responsabilità, assistiamo purtroppo ad un attacco da parte dell’azienda alle tutele e alle garanzie di chi sta più in basso e regge, quasi da solo, le sorti del Gruppo, mentre sarebbe necessario ricercare, anche all’interno dell’azienda, una forte coesione sociale.
Non è accettabile!
Con lo sciopero di tutti i lavoratori del Gruppo, già fissato per il prossimo 10 ottobre, e le altre iniziative di mobilitazione previste, vogliamo ribadire la nostra forte contrarietà ad una politica che impoverisce il patrimonio professionale e umano dell’azienda.
Basta con i proclami sulla sostenibilità!
UniCredit farà la differenza solo se saprà tradurre le dichiarazioni e i principi in comportamenti concreti e virtuosi, dimostrando di essere capace di creare nella quotidianità reali condizioni di sostenibilità.
Milano, 27 settembre 2011
Segreterie di Coordinamento
Segreterie di Gruppo
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