E’ stato avviato il processo di riorganizzazione della Divisione MIB a suo tempo preannunciato. Con riferimento al perimetro Italia è stato comunicato alle OO.SS. di gruppo e poi confermato alle RSA di HVB Milano il seguente livello di dettagli:
– 43 risorse già riallocate
– 15 risorse la cui riallocazione è già stata programmata a data futura
– 18 risorse già individuate e contattate da HR di HVB Milano
– 21 risorse già individuate e da contattare nei prossimi giorni
– 20 risorse ancora da individuare.
Le riallocazioni già effettuate hanno riguardato prevalentemente i colleghi di UCI Roma e quelli di MCC. Le 20 risorse ancora da individuare rientrano prevalentemente nel perimetro di HVB Milano.
Nonostante insistite richieste, HR non ci ha fornito ulteriori dettagli, né con riferimento alle scelte già effettuate, né con riferimento a quelle ancora da effettuare.
A richiesta ci è stato assicurato comunque che le scelte sono avvenute avendo quale obiettivo prioritario il miglior soddisfacimento delle aspettative degli interessati.
Alla luce di quanto ci è stato comunicato ed in base al clima che si respira in Azienda non possiamo non registrare che anche con il passaggio alla fase realizzativa del progetto permangono tutte le perplessità a suo tempo evidenziate.
In presenza di risultati reddituali 2008 di assoluta soddisfazione a Milano (il trend ci risulta peraltro confermato anche per il 2009) e viceversa inadeguati a Monaco e Londra, il progetto a suo tempo presentato non ci aveva convinto nella misura in cui non spiegava la logicità di un intervento sulla Filiale di Milano decisamente più pesante di quelli previsti sulle altre piazze strategiche di HVB (Monaco e Londra). La contraddizione in qualche misura era avvertita anche dai massimi vertici aziendali di HVB se, all’incontro dello scorso 3 marzo, il responsabile di Markets alla precisa domanda su “cosa avesse impedito la scelta di Milano come una delle piazze su cui concentrare i rischi di mercato” anziché rispondere nel merito ha preferito rispondere che si trattava di scelte effettuate superiormente, che la Divisione MIB non ha potuto fare altro che subire.
In un successivo incontro abbiamo sottoposto all’azienda una serie di osservazioni e richieste (sintetizzate in un pro-memoria), le cui risposte avrebbero dovuto consentirci di approfondire l’analisi degli aspetti più critici, nel tentativo di individuare i razionali di un piano a prima vista illogico e immotivato.
A tali richieste non è seguita risposta alcuna: questo silenzio accresce le nostre preoccupazioni e non consente di chiarire nessuna delle anomalie e incoerenze del piano, sul quale, pertanto, non possiamo che confermare il giudizio negativo già espresso in precedenza.
Anche in fase di realizzazione il progetto appare confuso e incongruente. Tra le principali parole d’ordine della presentazione riferite all’Area Markets c’era da una parte il contenimento delle attività di trading non finalizzate alla vendita e dall’altra il rafforzamento dei contatti con la rete e i clienti locali; con riferimento all’Area Investment banking veniva invece stressato il concetto di una continuativa forte presenza nelle piazze principali. Essendo storicamente a Milano le attività di trading strettamente connesse alla gestione dei flussi della clientela ed in special modo di quelli rivenienti dalle banche italiane del gruppo (flussi peraltro in consistente aumento), lo spazio per la riduzione del trading era pressoché inesistente. E pertanto gli interventi cui abbiamo assistito sin qui, e che ci sono stati confermati da HR, si sono perlopiù focalizzati sulle strutture di Investment bank e Sales che sono quelle di cui era ritenuta necessaria la continuativa forte presenza (le prime) e che avrebbero dovuto meglio garantire il rafforzamento dei contatti con i clienti locali (le seconde). Poco convincente il progetto industriale, assolutamente incoerenti le scelte operative.
Il tutto probabilmente risulta aggravato dalla grande confusione che a più di due anni dall’innesto di UBM in HVB Milano regna ancora in Filiale. Il modello di governance scelto è un modello assai complicato che vede convivere all’interno della Succursale di Milano strutture facenti capo alla MIB Division (prevalentemente tutte quelle di business) con strutture facenti parte di Funzioni extra MIB (buona parte delle strutture di supporto) e che attribuisce piena responsabilità sulle Product Lines locali ai responsabili delle Global Product/Business Lines , che perlopiù non vivono la realtà della Filiale, mentre i massimi vertici della Filiale hanno responsabilità di esclusiva rappresentanza esterna. Ne deriva a nostro avviso un irrimediabile difetto di indirizzo unitario nella gestione dei problemi della Filiale, di cui la fase realizzativa del piano di riorganizzazione è un esempio lampante. Un altro caso a nostro avviso esemplare rende bene l’idea della situazione che stiamo vivendo. Un desk di front office che si occupa prevalentemente di esecuzione sul mercato di ordini di clienti su strumenti derivati, ha ricevuto tempo addietro la visita del responsabile della Global Business Line di riferimento che ha annunciato a tutti i componenti del desk che l’attività, tra l’inizio del 2° trimestre 2010 e comunque entro la fine del 2010, sarebbe stata trasferita a Monaco. Si tratta di un business che oggi occupa cinque addetti in un desk che oltre alla propria clientela istituzionale raccoglie l’intero flusso della rete italiana UniCredit, fornendo risultati economici di rilievo. L’attività è prevalentemente rivolta a clientela italiana a scarsa vocazione internazionale, ovviamente interessata a mantenere in Italia il proprio accesso al mercato. La comunicazione in questione, che ha creato solo disorientamento tra gli addetti, riflette una scelta incomprensibile, che tradisce le linee guida del progetto, e al momento non rientra in alcun piano organico di ristrutturazione se il Responsabile di HR, appositamente richiesto di confermare la cosa, non è stato in grado di farlo. Sul punto abbiamo ribadito ad HR che iniziative di questo tipo, che servono solo a deteriore il già difficile clima aziendale, andrebbero filtrate a monte e gestite dalle strutture competenti a gestire il processo di riorganizzazione
Un altro aspetto della grande confusione che oggi si vive in Filiale è riscontrabile con riferimento alle recenti vicende in tema di incentivi e trattamenti retributivi. Come a tutti purtroppo è noto la MIB quest’anno ha deciso di non pagare il “bonus”. Nonostante il contributo positivo offerto dalla Filiale di Milano nell’esercizio 2008, la decisione ha riguardato anche HVB Milano. Sicché il 5 marzo 2008 alle ore 22,02 tutti gli addetti MIB hanno ricevuto da MIB Communication la mail con la relativa comunicazione, che in qualche modo era già stata veicolata alla stampa visto che sul Sole 24 Ore del 5 marzo la notizia era riportata in grande evidenza. Sorvolando sugli aspetti di forma per cui buona parte degli addetti hanno appreso la notizia dai giornali prima che dall’azienda, come profilo di sostanza rileviamo che il provvedimento ha però riguardato solo MIB con la paradossale conseguenza che nella stessa azienda chi (le aree di supporto esterne a MIB) ha contribuito indirettamente alla produzione del risultato economico ha giustamente avuto il riconoscimento del proprio contributo, chi ha invece prodotto direttamente il risultato non ha avuto alcun riconoscimento. Anche in questo caso il massimo della coerenza.
Più recentemente (27 maggio 09) sia sul Portale UniCredit MIB che con email indirizzata personalmente a tutte le risorse della MIB è stato annunciato il progetto di Salary Review. A richiesta, HR ci ha precisato che il progetto riguarderà tutto il perimetro MIB e avrà carattere selettivo sulla base di regole oggettive stabilite a Monaco. Ci è stato inoltre confermato che l’eccezione prevista sulla comunicazione del Portale con riferimento ai “salaries governed by collective tariff agreements” non è riferita all’Italia visto che, quantomeno all’interno di HVB Milano, opera già da tempo l’effettivo riassorbimento degli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali. Abbiamo fatto notare all’azienda che anche in questo frangente è mancata la dovuta attenzione nel coordinamento delle varie misure: tant’è che una strutture di HVB Milano fuoriuscita da MIB nel corso del 2009 è rimasta penalizzata dal mancato riconoscimento del bonus e al momento non risulta neppure interessata dal “salary review”.
Faremo osservare all’azienda che su questi argomenti (in qualche misura assimilabili alla materia dei sistemi incentivanti art.46 CCNL) sarebbe opportuna se non la partecipazione almeno la preventiva comunicazione alle OO.SS. delle relative iniziative: varrebbe quantomeno ad eliminare l’alibi che eventuali inadeguatezza di forma e/o di sostanza siano frutto di incolpevoli disattenzioni piuttosto che di scelte consapevoli.
Registriamo infine che le criticità evidenziate si inseriscono in un complessivo quadro di difficolttà che riguardano l’intero gruppo UniCredit, all’interno del quale le organizzazioni sindacali sono fortemente preoccupate e concentrate nell’intento di condividere con l’azienda soluzioni a tutti i problemi, e in primo luogo alle ricadute occupazionali, derivanti dall’eccezionale concomitanza di un complesso processo d’integrazione interna con una crisi finanziaria internazionale di gravissime proporzioni.
In un contesto così difficile un risultato importante è stato ottenuto: per il momento teniamoci ben stretto il nostro VAP, che, grazie al vigile presidio delle OO.SS., sia a livello aziendale che di gruppo, verrà riconosciuto in misura piena a tutti i lavoratori di HVB Milano con lo stipendio del corrente mese.
Milano, 15 giugno 2009
RSA HVB Succursale di Milano Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub