L’incontro della nostra Delegazione con i rappresentanti del Gruppo, svoltosi con puntualità il giorno 20 gennaio ha consentito al Sindacato l’illustrazione delle proprie posizioni che già erano state oggetto di esame ai precedenti tavoli di confronto in epoca Capitalia e poi in epoca Unicredit con la gestione dell’allora responsabile delle Relazioni Industriali. Non ripetiamo tutto l’elenco delle necessità espresse dalla ns. Delegazione rammentando a tutti i colleghi che sono quelle che possono rileggere nei nostri comunicati di un anno fa. Sia chiaro che non abbiamo intenzione di essere evasivi o di inventare una nuova sciarada ma vogliamo sottolineare la coerenza fra quanto affermato allora e quello che stiamo facendo adesso, senza reinterpretare la realtà a seconda delle stagioni.
Comunque il dato finale è che noi andiamo cercando una vera pensione integrativa come quella da noi conosciuta come modello Fondo Banca di Roma, insieme a tanti distinguo e aggiustamenti che rispondano alle diverse esigenze delle diverse fasce di iscritti alla previdenza ex CRR; e la controparte si è impegnata a tornare al tavolo (inizio marzo) con delle proposte tecniche da sottoporre alla nostra valutazione.
Detto della questione fondamentale, vogliamo illustrare altri temi connessi alle nostre problematiche previdenziali, che abbiamo rappresentato con nettezza e che abbiamo definito preliminari rispetto alla grande questione che sta percorrendo anche le aule di Giustizia. Temi che impattano sui colleghi in modo particolare in questo periodo di scelte personali in merito ai piani di incentivazione all’esodo ed ai pensionamenti.
IL METODO DI CALCOLO DELLA PENSIONE INTEGRATIVA
Lo Statuto che regola la nostra previdenza è degli anni ’70 ed è facile riscontrare che sui fogli stipendio molte voci si sono modificate e altre sono scomparse rispetto al modello di trenta anni fa.Uno specifico problema, per noi, si è creato con la trasformazione del premio di rendimento in voce ordinaria di stipendio e più di recente con l’armonizzazione contrattuale nel Gruppo Unicredit che ha trasformato in importo mensilizzato anche la voce “extra standard” propria del personale meno giovane. Ci hanno segnalato ed abbiamo riscontrato che nell’applicare queste norme si sono usati criteri che non troviamo coerenti con le norme stesse, provocando modifiche del risultato finale (importo spettante come integrazione mensile della pensione) che assumono rilevanza diversa al variare dell’anzianità e dell’inquadramento. Ma sempre in negativo. Su questo tema già le RSA di singole Aziende del Gruppo hanno unitariamente posto il problema non ottenendo risposta: la chiediamo al Gruppo che sovraintende e unifica i comportamenti dei singoli Uffici Amministrativi.
La risposta interlocutoria ha riguardato i principi generali della modifica della voce “Premio di rendimento” risalente all’inizio anni ’90 mentre nulla è emerso sulla seconda modifica.
Abbiamo sollecitato una risposta organica e tempestiva, perché ferma rimanendo la questione generale anche il calcolo ad oggi può orientare la libera volontà dei colleghi in merito al pensionamento.
LA STRUTTURA AZIENDALE ALLA QUALE RIVOLGERSI
Altro problema che abbiamo definito “preliminare” è quello dell’interlocuzione con il datore di lavoro sulla materia previdenziale integrativa. E’ di comune cognizione che ogni collega iscritto ad altri Fondi integrativi oltre che disporre di un portale con dati aggiornati sa anche quale struttura interpellare per ricevere informazioni e chiarimenti. Abbiamo denunciato che “quelli della ex CRR” per chiedere notizie debbono affidarsi alla buona volontà di singoli colleghi che mantengono una continuità di memoria storica della faccenda o che sono ancora adibiti a specifiche lavorazioni sulla materia, oppure debbono saccheggiare la propria memoria di vita aziendale andando a ricercare antiche amicizie che possano essere utilizzate per scavare sulla materia (cercando anche fra pensionati ex CRR!). Oltre che denunciare questo stato non onorevole per un grande Gruppo che ormai trova quei dipendenti polverizzati in tantissime Aziende nelle quali ognuno pone i propri legittimi interrogativi, abbiamo rilevato con estrema preoccupazione che ogni dipendente in assenza di risposte scritte rischia di avere risposte inadeguate.
Questo scempio del buon senso va eliminato da subito, e lo abbiamo chiesto ritenendo ovvio che questo aspetto è indipendente dalla trattativa globale sul tema. Vogliamo anche per gli ex CRR un Ufficio con cui dialogare e risposte certificate e non verbali.
Abbiamo notato un qualche disagio nella Delegazione aziendale di fronte a questa dettagliata descrizione di
una bottega artigiana dell’800 all’interno di un Gruppo bancario del 21° secolo.
Ci hanno chiesto di poter effettuare le verifiche necessarie per rispondere adeguatamente a quanto sollecitato.
CARTEGGIO PER I COLLEGHI IN ESODO/PENSIONE
Utilizzando le numerose segnalazioni che ci pervengono dai nostri attenti Segretari delle RSA, ma anche dalle irate telefonate che riceviamo da singoli colleghi, abbiamo chiesto coerenza e rispetto degli impegni presi già nel 2007 in materia di esodi e pensionamenti: concordammo che i colleghi del mondo CRR avrebbero firmato le carte comuni a tutto il personale del Gruppo che aderiva ai meccanismi incentivanti e che non sarebbe stata chiesta alcuna liberatoria circa le aspettative di riforma del Fondo CRR. Così è sempre accaduto fino ad oggi. Per questo abbiamo chiesto alla Delegazione del Gruppo di effettuare un preciso controllo in tutte le Aziende, per rammentare quali debbono essere i comportamenti da mettere in essere e per chiarire che (come ci ha segnalato qualche collega) non deve essere richiesta alcuna sottoscrizione di accordi presso gli Uffici Provinciali del Lavoro. Le nostre uscite sono regolamentate dall’Accordo Sindacale con il Gruppo stipulato il 4 dicembre 2008 e non può essere sottoscritto come accordo individuale presso l’U.P.L..
A questo proposito è utile una postilla sindacale per ridurre per quanto possibile la pioggia di contatti telefonici: i nostri colleghi che intendono usufruire della possibilità di uscita così come concordata 4/12/08 possono farlo seguendo il criterio che il nostro Collegio Legale impostò già nel 2007 quando partì il primo processo di esodo incentivato: ovvero il collega che firma per l’uscita deve inviare alla propria Azienda la “lettera di riserva” con la quale dichiara la sua volontà di perseguire un maggior risultato dal Fondo CRR dichiarando che per tale scopo è già in giudizio con il Collegio Legale delle OO.SS..La lettera tipo è sempre disponibile presso i nostri Segretari Rsa.
Per concludere non vi raccontiamo del piccolo problema Enpdep che pure abbiamo sollevato e di cui vi parleremo nel prossimo comunicato quando avremo raccolto le notizie dall’Azienda.
LA DELEGAZIONE TRATTANTE UNICREDIT BANCA DI ROMA DIRCREDITO FABI FIBA CISL FISAC CGIL SILCEA SINFUB UGLCREDITO UILCA
Roma, 4 feb 09