I fatti di questi giorni ed il fiume di parole diffuso artatamente da una sapiente ed occulta (ma non tanto) regia dimostrano che il Gruppo Unicredit e le sue Aziende di riferimento, tra cui il Banco di Sicilia, sono oggetto di forti ed immotivate manovre speculative tendenti probabilmente a cancellarne o ridurne le connotazioni e le caratteristiche di affidabilità.
Non vi è dubbio che in questa fase l’elemento di maggior garanzia che il BdS può offrire, incomparabile sul mercato siciliano, è la grande attenzione alla clientela e la grande professionalità dei suoi dipendenti, peculiarità queste che anche nei momenti difficili della sua storia passata hanno sempre consentito all’Istituto di radicare e mantenere un rapporto forte e fidelizzato con la propria clientela e potenziare la presenza sul mercato siciliano.
La patrimonializzazione del Gruppo, rafforzata oggi dall’aumento di capitale, unitamente alle misure di protezione di sistema, offrono un quadra di garanzie certe ed esigibili a presidio dei rapporti bancari in essere presso l’Istituto e presso il Banco. La fiducia accordata al Banco di Sicilia ed al Gruppo Unicredit dai risparmiatori, dalle famiglie, dalle piccole e medie così come dalla grande impresa siciliana, è e continua ad essere ben riposta in termini di qualità ed affidabilità.
Non c’è dubbio tuttavia che il mutato scenario finanziario internazionale impone una rilettura ed un punto di domanda relativamente al piano strategico 2008-2010 del Gruppo. Sono ancora attuali e confermate tutte le previsioni in esso contenute? E’ una risposta questa che quanto prima, già a partire dalla prossima settimana, dovrà venire rapidamente e responsabilmente fuori da un confronto franco e sereno tra Organizzazioni Sindacali ed Azienda. E’ un momento questo la cui gestione non può prescindere dalla adozione di un unico comune denominatore: il massimo della trasparenza, della comunicazione e della informazione verso gli stake holders esterni (la clientela del Banco) ed interni (le lavoratrici ed i lavoratori del Bds).
Riteniamo altresì indispensabile un livello di confronto e concertazione costante tra le strutture aziendali e le rappresentanze dei lavoratori, così come consideriamo imprescindibile che la clientela del Banco, come quella del Gruppo, abbia informazioni e messaggi chiari circa le iniziative che il Gruppo ed il Banco intendono adottare a salvaguardia ed a tutela dei loro interessi e del rapporto di fiducia che li lega storicamente all’Istituto.
I dubbi e le perplessità manifestate in questi ultimi giorni dal presidente della Regione Lombardo arrivano abbondantemente dopo la scadenza degli accordi tra Regione ed Unicredit, intese relative soprattutto alle garanzie occupazionali da offrire alle lavoratrici ed ai lavoratori del Banco, alla salvaguardia della struttura organizzativa e operativa dell’Azienda ed alle professionalità ad essa dedicate, alla individuazione del ruolo partecipativo della regione all’interno del Gruppo Unicredit. Quegli accordi, vogliamo ricordare a Lombardo, erano stati fortemente sostenuti ed approvati all’unanimità dalle OO.SS. e da tutte le forze politiche presenti all’assemblea regionale. La regione deve definitivamente sciogliere un nodo ed una questione chiave: se vuole rimanere azionista finanziario del Gruppo rafforzi e/o acquisisca garanzie che consentano al meglio di valorizzare ed ottimizzare la sua partecipazione. In tal senso sarebbe assolutamente sbagliato dismettere adesso la propria quota di partecipazione. Bisognava farlo semmai tempo addietro quando: – da più parti,compresa la nostra, ciò veniva sollecitato, a favore della creazione di un fondo che andasse ad alimentare finanziamenti per il completamento di infrastrutture chiave come anche il sostegno alla piccola e media impresa siciliana; – il titolo aveva (allora) un valore borsistico triplicato rispetto a quello attuale. Se invece decide di rimanere socio industriale intervenga attivamente alla determinazione delle politiche industriali del Gruppo, specie per quelle relative al BdS. Provveda rapidamente in tal senso a nominare , scegliendole fuori da logiche di appartenenza politica, le proprie rappresentanze nel CdA del Banco. Rafforzi il suo ruolo di azionista istituzionale col Gruppo, puntando a determinare linee di investimento funzionali a soddisfare la crescente domanda ed l’aumentato fabbisogno delle famiglie siciliane,così come a valorizzare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale siciliano, funzionale soprattutto a determinare nuova e possibile occupazione. Smetta la Regione di voler stare dentro Unicredit e contemporaneamente fare l’occhiolino ad altri e diversi soggetti bancari per la creazione di nuovi progetti industriali/finanziari . La Regione e la Fondazione rimangano all’interno del Gruppo Unicredit con un rinnovato e diverso impegno: – valorizzare la loro quota di partecipazione; -difendere e tutelare i livelli occupazionali, le professionalità, la struttura organizzativa della più grande azienda siciliana, la sua gloriosa storia passata ed un suo futuro di crescita e di sviluppo.
LA SEGRETERIA DI COORDINAMENTO