E’ di questi giorni la unilaterale iniziativa dell’Azienda denominata ”TRASLOCO FACILE IN TOUR”, che sta vedendo impegnati anche il sabato e la domenica , previa, in numerosi casi, “precettazione”, colleghe e colleghi del Banco di Sicilia in attività lavorative il cui svolgimento avviene fuori dai locali delle Filiali.
Tale attività, fino ad oggi, ha sortito più che vantaggi di natura promozionale/commerciale effetti negativi, sicuramente dannosi ed irrimediabili all’immagine del Gruppo UniCredito e del banco di Sicilia, che per suo tramite e suo input sta portando avanti questa iniziativa nelle diverse località e piazze della Sicilia.
Siffatto clamoroso fiasco non è certamente ascrivibile ai colleghi, i quali invece si sono adoperati con forte impegno e sacrificio, ma piuttosto alla leggerezza e all’improvvisazione con cui l’Azienda ha programmato l’iniziativa non tenendo assolutamente conto di una serie di fattori determinanti per la sua riuscita:
Manca qualsiasi appeal estetico alle locations, necessario per creare un forte richiamo nei confronti della gente.
Le postazioni (se così si possono chiamare) spesso e volentieri sono ubicate in zone di discutibile vocazione commerciale dove lo svolgimento dell’attività di contatto richiesta risulta quasi impossibile;
Scelta di striminziti ombrelloni (?), una specie di mini desk di cartone compresso e una sedia, da dividere a turno, per due colleghi.
Tutto ciò, più che offrire un ritratto positivo della Banca, ha di fatto trasferito ai potenziali clienti l’immagine grottesca di una realtà aziendale in affannosa fase di trasformazione, improntata ad un’assoluta precarietà che poco spazio lascia al messaggio rassicurante e invogliante che invece si vuole trasmettere col progetto in questione.
La realizzazione dell’iniziativa, tra l’altro, è stata accompagnata, a riprova di quanto sopra detto, da alcuni avvenimenti spiacevoli e sgradevoli, verificatesi in alcune località (scelte, per non dire altro, con poca avvedutezza).
Infatti, in alcuni casi, documentati, a seguito di violenti nubifragi le colleghe e i colleghi, impegnati nell’attività promozionale, diversi dei quali su “spintanea” volontà, dopo essersi inzuppati di pioggia al riparo dei mega ombrelloni (o gazebo?) hanno dovuto trovare ricovero sotto le meno precarie pensiline delle fermate degli autobus o, in qualche altro caso, sotto il provvidenziale balcone di un palazzo, abbandonando l’improvvisata “trincea lavorativa”.
Per non dire della puntuale e precisa organizzazione delle postazioni nelle giornate di sabato e/o domenica. L’armamentario, vale a dire la postazione ambulante, da ritirare presso un bar, naturalmente completamente smontata e quindi da assemblare a cura dei due (fortunati) colleghi che, per somma (s)fortuna, si ritrovano con pezzi mancanti e, dulcis in fundo, senza l’indispensabile materiale illustrativo e divulgativo dell’iniziativa. I lavoratori sono rimasti sotto il sole cocente, con lo scirocco che toglieva il respiro a 35 gradi, sino a quando non è arrivato “l’ordine” dal comando supremo di abbandonare la postazione in ritirata strategica.
E in tanto sfoggio di potenza organizzativa non poteva mancare il siparietto con comica finale: La polizia municipale che chiede ai colleghi di esibire la prevista autorizzazione ad occupare il suolo pubblico; i colleghi allibiti da cotanta spudoratezza che rispondono all’unisono sdegnati: ma noi siamo di Unicredit! I vigili che, impressionati (si fa per dire), dopo un’attenta verifica intimano di sloggiare entro un quarto d’ora, pena l’elevazione di una salata multa; I colleghi che con apparente mestizia (ma in cuor loro, azzardiamo, felici) se ne vanno con baracca e burattini.
Ci risulta anche, ad onor del vero, che in diverse piazze i colleghi siano stati fatti oggetto di derisione, denigrazione e in qualche caso denigrazione di varia natura; ciò ha riguardato, in gran parte, colleghi che negli anni, nelle piazze in cui stabilmente lavorano, hanno trasferito all’esterno un’immagine di professionalità e serietà, consolidata e validamente rappresentata nel tempo, di cui ha essenzialmente beneficiato l’azienda.
Nello stigmatizzare quanto sopra esposto, questa O.S., tuttavia, ribadisce che:
L’iniziativa si colloca al di fuori di qualsiasi previsione contrattuale e di legge, in quanto trattasi di vera e propria attività promozionale e commerciale svolta al di fuori delle mura della Filiale, non in occasione di eventi e/o fiere e non in centri commerciali e/o mercati;
Le ridicole postazioni lavorative risultano essere prive di qualsiasi minimo livello di sicurezza e d’igiene;
le prestazioni richieste, per le quali, in svariati casi, i lavoratori non è vero che sono stati coinvolti volontariamente, vengono svolte anche di sabato e di domenica e vanno ad assommarsi, in molte realtà, ai già massacranti ritmi di lavoro, dovuti alle già più volte denunciate carenze di organico della rete;
La obbligatoria e preventiva informativa alle OO.SS. è stata fornita solo a progetto avviato e non ha consentito di sviluppare alcun confronto né di metodo né di merito;
La quasi quotidiana “gogna mediatica” alla quale le colleghe e i colleghi vengono sottoposti attraverso la diffusione, di graduatorie, richiami, sollecitazioni, ha creato nei colleghi, già vessati da pressioni commerciali oltre ogni limite (anche con sms sui cellulari privati, a qualunque ora del giorno ed anche il sabato, la domenica e qualunque altra festa comandata), un diffuso ed intollerabile senso di insofferenza e demotivazione.
Perentorietà – obbligatorietà – organizzazione carente sul versante della sicurezza e del confort – attività lavorativa richiesta in giornate dedicate al riposo e al recupero psico-fisico (e ciò ormai non in via occasionale, ma programmata su un arco temporale che supera il mese) – coinvolgimento di lavoratori di comprovata professionalità ed immagine, oltre che la mancanza di informativa preventiva- hanno creato una intollerabile miscela esplosiva alimentando un profondo e diffuso disagio tra le colleghe e i colleghi coinvolti e non nell’iniziativa.
Quanto sopra sollevato e denunciato da questa O.S. richiede risposte e soluzioni immediate.
Pertanto, questa O.S. sollecita l’immediata sospensione dell’iniziativa e la contemporanea apertura di un tavolo di confronto Sindacale.
In assenza di un sollecito riscontro da parte dell’Azienda si attiveranno le più opportune iniziative, coinvolgendo anche le competenti autorità in materia, tendenti a tutelare la dignità, la professionalità e le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori del Banco di Sicilia.
Palermo, 26 maggio 2008
La Segreteria di Coordinamento