E’ stato presentato come la panacea di tutti i mali, doveva ridurre le code agli sportelli, ottimizzare ed alleggerire il lavoro delle casse e dare la possibilità di riconversione professionale ai cassieri. “Facile risparmiare tempo” è stato il suo biglietto da visita, ma la realtà e ben lungi dall’essere tale.
A fronte dell’installazione di un ATM evoluto, le agenzie sono state alleggerite di altrettante postazioni cassa, ma non si è tenuto o voluto tener conto delle necessità di gestione operativa delle macchine.
Le operazioni di sportello durante il normale orario di lavoro saranno anche diminuite, ma di sicuro le incombenze sono aumentate non appena chiusa la porta alla clientela. Non possiamo poi non evidenziare come, a causa delle continue pressioni affinché aumenti il numero delle operazioni degli ATM, molte transazioni, altrimenti gestite, vengano eseguite agli ATM direttamente dagli stessi colleghi.
Le ricadute del normale operatività degli ATM provocano nei fatti un ricorso costante allo straordinario in quanto il cassiere, dopo aver svolto la sua normale operatività di sportello, si trova a dover accudire il “collega evoluto”, che non è in grado di contabilizzare quanto introitato nell’arco della giornata, svuotarsi e ricaricarsi del contante e degli assegni.
Pertanto il/la lavoratore/trice si ritrova ad avere un vero e proprio cliente interno che lo costringe, a sportello chiuso, a dover operare come se avesse davanti un cliente in carne ed ossa. Da qui la necessità di far ricorso allo straordinario per la chiusura contabile: una scelta praticamente obbligata in quanto le costanti riduzioni, sia delle giacenze di contante nelle agenzie che dei collegamenti con i Services per il rifornimento, rendono indispensabile recuperare il denaro dagli ATM onde evitare di non aprire lo sportello il mattino dopo per mancanza di banconote.
Ne consegue che la rinuncia da parte degli addetti alla pausa pranzo per svuotare e ricaricare gli ATM è ormai una pratica all’ordine del giorno: il rischio è che, continuando così le cose, in qualche agenzia si finisca per svolgere tale operazione a sportello aperto.
Ma lo spirito di sacrificio ed il senso di responsabilità dei colleghi non possono e non devono essere la via d’uscita per supplire a carenze organizzative e normative dell’Azienda, dettate solo da esigenze di costo, e non da reali necessità.
Tutto ciò è già stato denunciato con forza da queste OO.SS., ma aldilà delle dichiarazioni di buoni intenti, siamo ancora in attesa di provvedimenti operativi che permettano di risolvere il problema.
Abbiamo pertanto deciso di affrontare anche questo argomento nel prossimo incontro, da noi appositamente richiesto con il sig. Chelo: sarà oggetto di approfondita discussione unitamente alla sempre più diffusa carenza di organici.
Dalle risposte che l’Azienda ci fornirà su quest’ultimo punto faremo discendere la decisione sull’avvio della procedura di conciliazione.
Le Segreterie di Coordinamento UniCredit Banca
Dircredito – Fabi – Falcri – Fiba/Cisl – Fisac/Cgil – Silcea – Sinfub – Ugl Credito – Uilca
Bologna 14 gennaio 2008