IL COLLEGAMENTO SOCIETARIO NON SI TOCCA

La fusione per incorporazione di Unicredit e Capitalia si sta consolidando seguendo i tempi e le cadenze stabilite dai rispettivi gruppi dirigenti aziendali. A fronte dei due accordi fino ad ora siglati dalle OO.SS. con Unicredit e Capitalia riteniamo doveroso esprimere una valutazione di merito.
Per quanto riguarda l’accordo del 3 agosto sugli esuberi e sui relativi contenuti, raggiunto peraltro in assenza di piano industriale, contrariamente a quanto avvenuto fino ad oggi in tutte le concentrazioni, dobbiamo rilevare che, rispetto a quanto già in essere presso Capitalia, c’è stato un evidente arretramento economico (incentivi per pensionamento) e sul piano procedurale, senza aver ottenuto niente in contropartita.
Ci limitiamo ad osservare per ora che i tempi ristretti per effettuare l’opzione di uscita in “accompagno” o “incentivata” non consentono la necessaria serenità: entro il 31 ottobre si deve decidere o si rimane tagliati fuori. La cosa che non possiamo accettare è, in più, il mancato coinvolgimento dei lavoratori che non hanno avuto la possibilità di esprimere le loro valutazioni.
Relativamente all’accordo del 28 settembre siglato in Capitalia Holding, esprimiamo il nostro più totale dissenso circa la legittimità giuridica di “congelare” e “riassorbire” il “premio extra standard” in caso di promozioni “non di merito”, cioè quelle “di grado” correlate ad inquadramento derivante da normativa contrattuale, visto che il citato premio trae origine dal CCNL di categoria.
Dobbiamo inoltre prepararci a respingere con forza qualsiasi tentativo aziendale di imporre i contenuti del citato accordo a tutte le aziende del gruppo senza considerare le rispettive peculiarità.
Esiste infatti nella nostra Azienda il “collegamento societario”, che è obiettivo fondamentale anche della piattaforma rivendicativa del nuovo CCNL e che rappresenta una tutela imprescindibile e “indisponibile”.
Ribadiamo, al riguardo, che in Capitalia Informatica non permetteremo che vengano firmati accordi senza che siano stati preventivamente sottoposti alla approvazione dei lavoratori, come deliberato dall’assemblea generale dei lavoratori,
La controparte, da parte sua, in totale spregio della normativa vigente, non solo sta tentando di trasferire consistenti attività da una Società all’altra, senza aprire alcuna procedura di legge con le OO.SS., ma sta utilizzando illecitamente lavoratori in distacco, creandosi così un personalissimo e vantaggioso “collegamento societario” a proprio uso e consumo. Quando si dice il “diritto creativo”.
Non vi possono essere dubbi che queste OO.SS. chiederanno in tutte le sedi il rispetto di quanto previsto dalle norme di legge e di contratto sui trasferimenti d’azienda e non permetteranno ad alcuno di mettere in discussione le proprie prerogative di rappresentanze sindacali.
Nell’esprimere, infine, solidarietà ai lavoratori di UPA di Cologno Monzese, è lecito domandarsi se nel frattempo la Banca d’Italia abbia qualcosa da dire relativamente al fatto che “attività bancarie” coinvolgenti 150 persone siano state trasferite da quella sede, senza alcuna contropartita lavorativa, ad una società di natura “strumentale” delocalizzata in Romania.
Queste OO.SS. si batteranno per difendere gli interessi dei lavoratori ai quali chiedono, però, un’attenta vigilanza sui processi che l’azienda – anche surrettiziamente – ha intenzione di porre in essere informandone prontamente un Sindacato non disposto ad accettare prassi giuridiche “derivate”.

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