Ci hanno sempre accusato di essere pessimisti, di non sapere vedere il lato mezzo pieno del bicchiere. Peccato che ora stia sparendo anche il bicchiere !
La notizia dataci durante un incontro tenutosi il 3 ottobre con la Direzione è di quelle che si abbattono su Upa , ed in particolare sul Polo di Cologno, come una ulteriore terribile mazzata: si tratta del progetto di trasferimento di tutte le attività svolte a Cologno di “Indagini Penali e Accertamenti Fiscali” che verranno conferite al Polo di Roma di Capitalia Informatica.
In sintesi le fasi realizzative del progetto prevedono:
– entro fine ottobre: circa 20 lavoratori di Banca di Roma verranno distaccati in Capitalia Informatica/Roma, assieme alle attività di cui si occupano attualmente e cioè Indagini Penali e Accertamenti Fiscali di Banca di Roma;
– successivamente 25 colleghi di Capitalia Informatica verranno inseriti in un percorso di formazione (Aula a Roma/affiancamento a Cologno);
– entro la prima metà di Dicembre : “start up” dei primi uffici a Roma;
– dopo la fase iniziale, al primo gruppo di 25 lavoratori ne seguiranno altri, per permettere un graduale trasferimento delle attivita da Cologno a Roma;.
-a partire da fine febbraio e per circa un paio di mesi a Cologno verrà mantenuto un presidio con funzione di “tutoring” di 10 lavoratori (a regime anche queste attività saranno trasferite a Roma).
Questa comunicazione si aggiunge a quella dataci qualche giorno prima con la quale la Direzione ci ha informato del trasferimento delle attività del TRADE FINANCE, CORRESPONDENT BANKING E INCASSI ELETTRONICI DI CONTABILITA’ E SERV. DIVERSI DI PORTAFOGLIO nel Polo di Bucarest. L’azienda ha sostenuto di completare così quanto previsto dal vecchio piano industriale, ma a noi i conti non tornano: Il polo di Bucarest impiegherà a fine anno circa 150 lavoratori in più di quelli previsti. Inoltre è stato costituito un nuovo polo rumeno a IASI la cui apertura è stata effettuata senza la solita dose di enfasi a cui UPA ci aveva abituato. Ricordiamo peraltro che sul problema delle delocalizzazioni è in corso un serrato confronto in sede di rinnovo del CCNL e permangono tra la parti posizioni molto distanti.
A seguito di tutte queste operazioni la situazione è diventata per noi insostenibile: oggi, ancora prima che Upa apra i nuovi Poli a seguito della fusione con Capitalia, a Cologno ci sono già 150 lavoratori ai quali verrà, a breve, tolto il lavoro, ma ai quali nulla è stato detto circa le prospettive di riconversione.
Ci è stato comunicato inoltre che verrà trasferita a Capitalia Informatica anche l’attività straordinaria delle verifiche garanzie del polo di Perugia,
Questa operazione ci preoccupa molto per il futuro di tutti gli attuali Poli di UPA.
ERA SCONTATO CHE IN UN’OPERAZIONE, COME QUELLA DEL MERGER CON CAPITALIA, OGNUNO DOVESSE ESSERE CHIAMATO A PAGARE DEI PREZZI. MA NON E’ ACCETTABILE CHE UPA PAGHI PER TUTTI!!!
Si è sempre parlato di UPA come azienda strategica per il Gruppo. E’ ormai chiaro per tutti per quali fini Upa lo sia: per scaricarci le tensioni, gonfiando i Poli quando serve e sgonfiandoli quando non serve più.
A questo si aggiunge che i toni e metodi con cui l’azienda ha comunicato ai lavoratori interessati la notizia sono contrari ai principi di rispetto, trasparenza, reciprocità e libertà tanto decantati nella carta di integrità.
Ma anche dentro Upa qualcuno ha perso la bussola. Mentre i colleghi vivono momenti di estrema tensione, la Direzione mette in campo un’iniziativa chiamata FILO DIRETTO, da noi ritenuta inutile, intempestiva, superflua e addirittura antisindacale: Il Titanic affonda, ma l’orchestrina suona il violino.
Riteniamo necessario, e lo abbiamo ribadito con forza all’Azienda, individuare al più presto le soluzioni che consentano a tutti i lavoratori di avere un quadro di certezze sul proprio futuro. Abbiamo perciò richiesto di avere un quadro preventivo e specifico del processo di riconversione e soprattutto che questa delicata fase si realizzi nel rispetto delle aspettative delle lavoratrici/tori ed in un quadro complessivo di garanzie e tutele.
Chiediamo quindi ai colleghi di segnalarci ogni variazione delle attività lavorative, ogni spostamento di personale, ed invitiamo a non prendere decisioni affrettate, dettate dall’emotività o dalle pressioni aziendali e a rinviare le proprie scelte dopo che si sarà delineato uno scenario più chiaro.
Come già dimostrato in passato, le lavoratrici/tori e il sindacato sapranno insieme supportare le proprie legittime richieste con adeguate iniziative.