Nel pomeriggio di venerdì 7 luglio 2006, a Milano, l’Amministratore Delegato del Gruppo Unicredit, Alessandro Profumo, ha illustrato alle Organizzazioni Sindacali, alla presenza dei Segretari Nazionali e, per la prima volta, anche di una delegazione dei rappresentanti dei lavoratori esteri del Gruppo, il Piano strategico triennale 2005-2008. Di fatto, a due giorni dalla presentazione ufficiale alla comunità finanziaria tenutasi a Monaco di Baviera, è stato presentato lo stesso documento, già disponibile in Intranet, riguardante le strategie e gli obiettivi di UniCredit. Non si è invece entrato nel dettaglio delle singole Divisioni ed aree geografiche del Gruppo.
Gli obiettivi di piano prevedono una crescita dei ricavi nell’ordine dell’8%, mentre i costi sono ipotizzati in aumento del 3%, principalmente a fronte di investimenti commerciali nelle aree a maggior crescita dell’Est-Europa. L’A. D. ha definito “pienamente realizzabili” gli obiettivi del Piano ed ha inoltre confermato la previsione di utile per azione a 56 centesimi nel 2007.
Da parte aziendale è stata posta particolare enfasi all’esigenza di proseguire in una crescita sostenuta della redditività, recuperando il livello di patrimonializzazione antecedente l’operazione HVB, per soddisfare gli azionisti e mantenere quell’indipendenza imprenditoriale che consenta al Gruppo di continuare a muoversi come protagonista sul mercato, evitando di diventare preda di altri soggetti.
Sotto il profilo delle ricadute del Piano sul personale, è confermata una riduzione complessiva di quasi 12.000 posizioni di lavoro, parzialmente compensata da 5.000 assunzioni ( 2.600 delle quali previste in Russia e 670 in Romania e Rep. Ceca) o riconversioni. Il saldo negativo a fine piano è dunque di circa 7.000 posti.
Le richieste di precisazioni rivolte dalle Organizzazioni Sindacali all’Azienda hanno permesso di appurare che per quanto riguarda l’attività svolta in Italia il Piano comporta:
-> un’ulteriore riduzione di 1.000 fte (full time equivalent, ovvero il numero di lavoratori rapportato all’orario dei dipendenti a “tempo pieno”);
-> ’attivazione degli strumenti contrattuali per gestire gli esuberi già previsti nell’accordo sindacale 11.2.2005, relativo al P.I. 2004-2007, (incentivazione all’esodo ed eventuale accesso al Fondo di solidarietà di settore, entrambi su base volontaria).
L’Azienda si è dichiarata non ancora in grado di fornire una puntuale definizione delle ricadute società per società, anche a causa delle sovrapposizioni tra riduzioni di personale ora prospettate e quelle già contenute nel precedente piano triennale 2004-2007, ma, a fronte di sollecitazioni delle OO.SS., si è impegnata a fornire i dettagli di cui sopra nel più breve tempo possibile. In ogni caso la procedura sulle ricadute, prevista dal Contratto Nazionale di categoria, verrà avviata in settembre.
Per quanto riguarda il perimetro Italia, l’A. D. ha confermato che allo stato attuale non è prevista alcuna cessione od acquisizione. In particolare, è stato sottolineato il mantenimento del ruolo “strategico” di Upa Italia, ancorché si preveda un significativo incremento di lavorazioni (e di dipendenti) presso Upa Romania: in concreto, si ipotizza una doppia traslazione di lavorazioni dalle banche commerciali a Upa Italia e da questa a Upa Romania.
L’Amministratore Delegato, tuttavia, ha anche ribadito l’intenzione di UniCredit di sviluppare la propria azione imprenditoriale unicamente nelle attività ritenute “core” ed ha comunque evidenziato come le scelte strategiche attuali possano essere passibili di modifica a seguito di eventuali iniziative dei maggiori competitor presenti nel sistema.
Le Organizzazioni Sindacali, pur esprimendo apprezzamento per il fatto che questo sia un piano industriale di sviluppo e non basi la propria prospettiva reddituale unicamente sul taglio dei costi, per i quali è anzi previsto un incremento dovuto alle ipotesi di investimento, hanno sottolineato che la valutazione potrà essere completa e documentata, solo nel momento in cui saranno disponibili i dati puntuali disaggregati delle riduzioni di personale previste dal nuovo e dal preesistente Piano triennale, verificandoli per ogni singola Divisione e Società. Inoltre sarà valutato attentamente il passaggio di lavorazioni tra le varie Società e al di fuori dal perimetro Italia.
La prospettiva di tagliare posti di lavoro, anche in società che producono utili rilevanti ed in cui gli organici sono talvolta già ridotti oltre il limite della sopportazione lavorativa, vede contrarie le Organizzazioni Sindacali, anche perché ciò si tradurrà inevitabilmente in un ulteriore incremento dei carichi di lavoro.
Le Organizzazioni Sindacali hanno inoltre sottolineato come sia necessario affermare relazioni sindacali di alto livello, coerenti con gli obbiettivi che il Gruppo si pone; così non è stato in questi mesi, nei quali UniCredito ha continuato ad attivare, unilateralmente, una serie di scelte penalizzanti, sia dal lato economico (mancata prosecuzione del piano di azionariato, peggioramento delle condizioni sui conti dipendenti, mancato riconoscimento delle prestazioni eccedenti dei quadri direttivi), sia dal lato dell’incidenza sulla qualità del lavoro e della vita dei lavoratori (carenze negli organici, trasferimenti di attività all’estero).
Le Organizzazioni Sindacali hanno con forza ribadito il problema di un’equa distribuzione della ricchezza prodotta, rivendicando un’iniziativa quantitativamente congrua in favore delle lavoratrici e dei lavoratori e denunciato il drastico peggioramento delle condizioni di lavoro, dovuto alle continue riduzioni di organico.
Poiché il Piano Industriale coinvolge tutti i Paesi nei quali il Gruppo è presente, le OO.SS hanno sottolineato la necessità di accelerare i tempi della costituzione del Comitato Aziendale Europeo (CAE) e l’esigenza di realizzare relazioni sindacali di pari dignità fra i diversi paesi, pur nel rispetto delle peculiarità presenti nei vari sistemi.