Incontro con il direttore generale di unicredit banca d’impresa sig. aramini


Si è svolto il 6 ottobre presso la Direzione Generale, tra le Segreterie degli Organi di Coordinamento Falcri Fiba/Cisl Fisac/Cgil Uilca Dircredito ed i vertici aziendali rappresentati dal Direttore Generale Sig. Aramini e dal Vicedirettore Generale e Capo del Personale Sig. La Porta, l’incontro annuale che, ai sensi del CCNL, prevede vengano comunicate le prospettive strategiche in merito al posizionamento e all’andamento commerciale della nostra banca anche attraverso l’analisi dei risultati della semestrale.
Altro aspetto che ci interessava chiarire era quello relativo ai possibili impatti che si potrebbero registrare in UBI a seguito della prospettata integrazione con HVB.

Il Direttore Generale ci ha subito illustrato i risultati più che confortanti che UBI ha espresso nel primo semestre 2005, sottolineando che i ricavi si sono riposizionati più sul core business, alleggerendo l’incidenza della “finanza” che nel periodo di avvio dell’esperienza UBI era forse stata un po’ troppo valorizzata. Tale strategia, ha proseguito il Direttore Generale, dovrebbe permettere una stabilità di redditività in crescita almeno per i prossimi due/tre anni restando perfettamente in linea con il piano industriale 2004-2007.
In buona sostanza la Banca sta andando bene e si è anche strutturalmente assestato il rapporto tra assistenti corporate e gestori; questi ultimi, secondo l’Azienda, possono ora dedicare il 70 % del loro tempo all’attività commerciale, limitando al 30% il tempo necessario alle incombenze amministrative (nelle prime fasi di vita di UBI il rapporto era esattamente invertito).
La Direzione Generale ha precisato, inoltre, che potrà anche valutare ipotesi di percorso professionale trasversale all’interno delle varie società del Gruppo, nel caso in cui qualche collega non si sentisse sufficientemente valorizzato nel ruolo ricoperto
Per quanto attiene all’operazione HVB, in linea generale, non dovrebbero determinarsi situazioni di impatto significativo sul modello di servizio e sull’organizzazione attuale di UBI. Anche le ventilate ipotesi di un responsabile di Divisione non italiano e la dislocazione della struttura di governance dell’area Corporate in Monaco, allo stato, non prefigurano discontinuità rispetto a ciò che UBI è oggi.

Come Organizzazioni Sindacali, prendendo spunto dai risultati positivi conseguiti, abbiamo riproposto alcuni temi che stanno a cuore alle colleghe e ai colleghi: siamo ritornati sul tema di una più equa distribuzione del valore prodotto dalla nostra realtà aziendale proprio a motivo dell’apporto fattivo e concreto di tutti. Abbiamo rappresentato la necessità di rinnovare il Contratto Integrativo (quello attuale non è adeguato alla nostra banca) con l’orientamento di ridisegnare una nuova struttura di banca, capace di affrontare il tema delle nuove regole con l’obiettivo di meglio governare i processi ridistributivi e di guidare la relazione tra competenze/responsabilità ed inquadramento professionale.
Inoltre abbiamo fatto presente che in alcune realtà persistono problemi nello svolgimento dell’attività cross e nella definizione dei perimetri commerciali, la cui labilità genera situazioni di frizione costante con altre aziende del Gruppo.
In alcune zone c’è ancora carenza di personale e ciò compromette l’acquisizione di nuove quote di mercato (Lombardia, Emilia Romagna e Toscana in particolare).

Sull’operatività estero abbiamo chiesto se fossero disponibili elementi di valutazione e sintesi sul progetto pilota di decentramento UPA su una parte dell’operatività di 2° livello che sta interessando quattro filiali del bresciano.
In merito alla imminente definizione dell’acquisizione del ramo d’azienda di UBMC abbiamo chiesto chiarimenti sullo stato dell’arte e sulla destinazione dei colleghi e dell’attività che confluirà in UBI.

Sul sistema incentivante l’Azienda ha confermato la propria vocazione a puntare sui premi di risultato ma ha preso atto delle critiche che, come sindacato, da tempo opponiamo circa l’equilibrio e l’equità del sistema, riconoscendo pertanto la necessità di ulteriori momenti di discussione.

Sul Contratto Integrativo il sig. La Porta ha manifestato la disponibilità al confronto. Sentiamo forte l’esigenza di adeguare una banca specializzata come UBI alle molteplici novità intervenute negli ultimi anni; per questo abbiamo insistito particolarmente sull’urgenza di riscrivere un sistema di regole che risultino più chiare, trasparenti ed eque. La Contrattazione Aziendale deve rappresentare un passo decisivo in questa direzione.

Abbiamo riscontrato che la problematica dell’attività cross è ben presente alla Direzione e che si stanno tuttora cercando soluzioni definitive.
Sulla delimitazione dei perimetri commerciali, secondo il sig. Aramini, l’attuale limite minimo di fatturato di 1,5 milioni appare adeguato e non si intravedono a breve volontà di ridefinirlo. Anche poteri e deleghe attualmente definiti in UBI appaiono adeguati a supportare le esigenze della tipologia di clientela affidata.

Sul decentramento estero l’azienda si è riservata di valutare i risultati del progetto pilota confermando la piena validità dell’attuale modello di servizio che ha saputo garantire, anche in momenti di crisi come quello attuale, ritorni significativi assicurando il buon presidio delle quote di mercato.
Su UBMC sono state fornite assicurazioni sull’occupazione, sulla mobilità e sulla valorizzazione delle risorse. Da parte nostra abbiamo insistito affinché le professionalità individuali vengano attentamente vagliate in modo da utilizzarle al meglio

Prima di chiudere la riunione abbiamo fatto presente il tema della perdurante e insufficiente valorizzazione del personale femminile. Il Direttore Generale e il Capo del Personale hanno condiviso tale preoccupazione evidenziando come la situazione attuale sia da ascrivere non tanto ad una precisa volontà quanto piuttosto alle situazioni rivenienti dalle preesistente banche.
L’impegno messo in campo dai nostri interlocutori è quello di una maggiore attenzione affinché, in futuro, l’azienda valorizzi e investa di più sulle colleghe.

Abbiamo terminato l’incontro con l’auspicio che queste occasioni di confronto e scambio di opinioni diventino più frequenti e con l’invito a che le trattative per il rinnovo del Cia si svolgano con lo stesso spirito, in modo che le nuove regole che andremo a scrivere rendano trasparente il clima di collaborazione fin qui realizzato ed esplicito il riconoscimento per il molto di buono che i colleghi tutti hanno fin qui prodotto.

Verona, 6 ottobre 2005

LE SEGRETERIE DI COORDINAMENTO

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