Nella giornata del 11/2/2005 è stato raggiunto unitariamente l’accordo sul piano industriale di UniCredito. L’accordo va giudicato positivamente ed è il risultato di una trattativa complessa, durata diversi mesi che ha consentito di modificare e superare le posizioni iniziali dell’ Azienda, chiaramente inaccettabili, come più volte sottolineato nei precedenti comunicati sindacali.
Questo risultato è stato raggiunto grazie all’impegno congiunto delle Organizzazioni Sindacali di UniCredito, delle Segreterie Nazionali e dei Segretari Generali che hanno anch’essi sottoscritto l’accordo.
Nello specifico la riduzione occupazionale definita dall’azienda (che il sindacato non ha mai condiviso, come si sottolinea anche nel testo dell’accordo) è legata a tutta una serie di verifiche che verranno effettuate a livello di Gruppo, aziendale e territoriale in cui si misureranno gli effetti degli efficientamenti previsti dal Piano , dell’utilizzo degli strumenti dell’esodo volontario e incentivato, del part time, del contenimento degli straordinari. Anche l’eventuale utilizzo del Fondo di solidarietà sarà condizionato all’esito delle verifiche suddette. Di rilievo anche i risultati e le garanzie raggiunte rispetto alla mobilità infragruppo per la quale è richiesto il consenso del singolo al quale è anche garantita la salvaguardia della professionalità acquisita, alla mobilità territoriale da attuare preferibilmente con il consenso del dipendente e minimizzandone il disagio – sempre nel rispetto delle prassi in atto -, alle assunzioni, al distacco, alla formazione e al rafforzamento delle relazioni sindacali.
Obiettivi del sindacato erano e sono: limitare le conseguenze occupazionali del Piano, contenere e gestirne gli effetti e le ricadute sui dipendenti, impedire il peggioramento delle condizioni di lavoro, già particolarmente gravose. L’accordo dà al sindacato e ai lavoratori e alle lavoratrici strumenti, garanzie, salvaguardie , sedi di trattativa e di verifica per far sì che questi obiettivi possano essere raggiunti. Importanti, da questo punto di vista, sono anche l’estensione delle garanzie occupazionali a tutti i lavoratori e le lavoratrici di Upa e Usi in servizio e a quelli che, provenienti dalle altre aziende del Gruppo, confluiranno nelle due società e l’impegno aziendale ad affrontare in una apposita trattativa tutte le tematiche relative all’internazionalizzazione del Gruppo e della costituzione del polo di Upa in Romania, comprese le possibili ricadute occupazionali e di carattere lavorativo sui dipendenti di UPA Italia.
Rispetto alla parte economica gli incentivi per i colleghi e le colleghe che accederanno volontariamente all’esodo sono significativi e tengono conto oltre che degli aumenti del rinnovo contrattuale, della rinuncia del superbonus previdenziale e del preavviso delle dimissioni date oggi per una data futura certa (“ora per allora”).
In particolare l’accordo, fermo restando la discrezionalità dell’azienda nelle trattative per gli esodi al di là delle esplicite formalizzazioni in merito, assicura risultati significativi a tutela dei colleghi anche attraverso l’inserimento nella base di calcolo dell’incentivo oltre che di tutte le voci stabili della retribuzione (compresi gli ad personam contrattuali e non ) anche del Premio Aziendale, delle indennità di cassa, turno, sotterraneo e la media di quanto percepito negli ultimi due anni a titolo di sistema premiante.
Anche per quei lavoratori e lavoratrici che volontariamente dovessero aderire al Fondo, qualora quest’ultimo venisse attivato, nell’accordo sono previsti incentivi e garanzie (continuità delle agevolazioni finanziaria, dell’assistenza sanitaria aziendale e dei trattamenti previdenziali integrativi).
In ogni caso sono previste specifiche tutele in caso di modifica delle normative di legge relative al sistema pensionistico e una disponibilità aziendale a valutare eventuali richieste di revoca delle dimissioni per gravi motivi di carattere personale.
In conclusione un accordo positivo che, pur partendo da un Piano industriale che prevede 3000 esuberi e la delocalizzazione di attività in Romania e che per questi motivi il sindacato ha fortemente contestato, ha stabilito tutele, salvaguardie, verifiche importanti e significative. Ribadiamo comunque l’impegno del sindacato a seguire e intervenire, utilizzando gli strumenti di negoziazione, confronto e verifica che l’accordo fornisce, in tutte le fasi applicative del piano.
Milano 14/2/2005
Le Delegazioni Sindacali Trattanti
Dircredito, Falcri, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca