Il giorno 28 settembre, presso la Direzione Generale, si Ë tenuto un incontro tra le Segreterie degli Organi di Coordinamento Falcri Fiba/Cisl Fisac/Cgil Uilca ed i vertici aziendali rappresentati dall’ A.D., D.G. e Capo del Personale.
L’incontro Ë stato sollecitato dalle scriventi OO.SS per acquisire orientamenti sulle linee di sviluppo sulle quali viene indirizzata UniCredit Banca d’Impresa.
L’illustrazione di parte aziendale Ë partita con la conferma dello stato di salute della Banca che trova riscontro sia nelle buone valutazioni da parte della clientela che nella recente semestrale della quale Ë stata ribadita la positivit‡. L’andamento, ci e’ stato detto, Ë perfettamente in linea con le previsioni di budget. La Banca ha guadagnato quote di mercato in tutte le quattro Direzioni Commerciali, passando su base nazionale dall’ 11,8% al 12,8%. Anche il comparto estero si segnala per significativi incrementi in una prospettiva che ha l’obiettivo della leadership nel settore. Sul piano della struttura il numero degli assistenti corporate Ë in aumento e tende ad avvicinarsi al rapporto di uno a uno rispetto ai gestori: su questo obiettivo ricordiamo che Falcri Fiba Fisac Uilca, sin dalla partenza di S3, hanno impegnato l’Azienda e continueranno a farlo. L’A.D. ha dichiarato la propria sensibilit‡ ad una metodologia di rapporto e comunicazione continua con i Colleghi della Rete, confermando il suo impegno e quello del D.G. a periodici incontri nelle Direzioni e Condirezioni.
Le considerazioni che la delegazione sindacale ha svolto nell’ambito dell’incontro sono partite dal ricordare che oggi esiste una priorit‡: il rinnovo del contratto di lavoro della categoria. Abbiamo impegnato l’ A.D. a farsi carico di questa priorit‡ evidenziando l’attesa che c’e’ in categoria. L’eventuale mancata soluzione della vertenza contrattuale nazionale avrebbe importanti ripercussioni anche nelle relazioni sindacali aziendali.
Abbiamo ribadito il nostro estremo interesse a seguire le linee evolutive aziendali.
Dal nostro punto di vista la crescita di Ubi, sia per linee interne che per nuove acquisizioni, deve avvenire contestualmente in una prospettiva di considerazione dei vari e tanti territori e distretti industriali del nostro Paese e con una logica di qualit‡ che sia di reale sostegno e sviluppo alle imprese.
Abbiamo poi sottolineato la nostra forte preoccupazione e insoddisfazione rispetto al livello dei rapporti sindacali. Ai brillanti risultati di bilancio della Banca non corrisponde analoga qualit‡ nelle relazioni sindacali.
Dopo circa due anni dalla nascita di Ubi, iniziati con una burrascosa partenza e successivi aggiustamenti, riteniamo chiusa la fase di assestamento. Ora ci aspettiamo che si dia inizio, da parte aziendale, ad un atteggiamento realmente negoziale e a un dialogo finalizzato a trovare soluzioni dei grandi problemi pi˘ volte segnalati.
Non possiamo giustificare una linea tutta e solo di tipo gestionale. L’effetto di questa impostazione Ë che ci troviamo ad operare in una Banca dove vige una giungla retributiva, un’ampia discrezionalit‡ inquadramentale e dove Ë presente un evidente problema di redistribuzione del reddito legato ad un sistema premiante che ha assunto connotati per noi patologici.
Non condividiamo la politica delle mani libere, c’Ë bisogno di regole condivise per tutelare e valorizzare le lavoratrici e i lavoratori di UBI che sono la maggiore risorsa di Ubi.
E’ una strada lunga, ma bisogna cominciare a percorrerla insieme.